16/07/2024
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Orari delle biblioteche e diritti di cittadinanza
Uno scambio di lettere e di riflessioni sui servizi bibliotecari come strumento per la crescita culturale dei cittadini e delle cittadine (compresi i più piccoli)

Dopo la lettera aperta pubblicata sulla Tramontana (http://www.latramontanaperugia.it/articolo.asp?id=4956), c'è stato uno scambio di lettere del prof. De Romanis col Direttore dei servizi bibliotecari, dott. Tarantino, che qui riportiamo, visto che trattano di temi generali e di diritti di cittadinanza:

Gentile Roberto De Romanis,
premesso che la penuria di risorse è reale (e non è un problema da poco) e che a chiunque (me compreso) piacerebbe avere nella propria città biblioteche aperte 24 ore su 24; premesso anche che il monte ore delle biblioteche comunali è sopra la media europea (nell'ambito delle biblioteche di ente locale); premesso ancora che anche con un orario ridotto i cittadini trovano aperte a Perugia anche d'estate almeno due biblioteche (una in centro e una in periferia) e il bibliobus; premesso infine che parlare di "assenza totale di altri servizi offerti dal Comune" mi pare un po' esagerato, tutto ciò premesso (e mi scuso per la lungaggine), la ringrazio per la segnalazione che, nel suo spirito, va assolutamente nella direzione che l'amministrazione intende percorrere. Vorrei soltanto farle notare che la riduzione estiva dell'orario non discende da uno sguardo impressionistico (più o meno miope), ma da un'attenta analisi delle statistiche.
Cordiali saluti
Maurizio Tarantino, Dirigente delle biblioteche comunali

Caro dott. Tarantino,
la ringrazio innanzi tutto della risposta e del tempo che ci ha perso. Non me ne voglia però se non mi astengo dal risponderle, e non per amore di polemica, quanto perchè - dopo averla più volte incontrata e aver discusso con lei - so come anche a lei, oltre che a tanti cittadini, stia a cuore il miglioramento del servizio bibliotecario di questa città.
Partiamo dal fatto che nessuno, me compreso, pretende di avere biblioteche aperte 24 ore su 24 - sarebbe bello, ma saremmo in una altro Paese, o almeno in un'altra città; e aggiungiamo pure che conosciamo tutti il problema della penuria di risorse, questione reale che personalmente conosco bene lavorando nell'università e facendo salti mortali per finanziarmi un minimo di ricerca. E posso anche convenire con lei che, per quanto riguarda il monte ore di apertura delle biblioteche (e fa bene a precisare "biblioteche di ente locale"), siamo - leggermente - al di sopra della media europea. Ma lei sa pure bene che i nostri orari sono ridicoli rispetto a quelli di certi Paesi europei, e basta sconfinare le Alpi, in qualunque direzione, per rendersene conto. Senza parlare poi di Germania, Nord Europa, o Inghilterra - situazione che conosco bene, dove in molte città le biblioteche comunali sono aperte anche di domenica (mattina e pomeriggio!). Hanno più soldi? Non mi pare, o non tutti. Hanno solo pensato di rivolgere la loro attenzione, e da secoli, a un tessuto di piccole biblioteche, invece di pensare a opere faraoniche, o pseudotali, di grande ritorno in termini di immagini per i politici (e quindi molto 'elettorali'), ma di poco riscontro in termini di capillarità dell'intervento culturale sul territorio. E non vorrei che in questa città si andasse in quella direzione. Non vorrei, cioè, che si concentrassero tutti i (pochi) fondi disponibili sulla Nuova Biblioteca degli Arconi e si svilisse quel poco che offrono le altre bilioteche, soprattutto in periferia - magari anche smettendone qualcuna e vendendo l'edifico, e sa a cosa alludo. Perché, per intenderci, sarebbe un po' come è stato fatto con il Minimetrò, servizio tanto carino ma assai poco utile in termini di trasporto e di viabilità per Perugia, molto costoso nella costruzione e poi nella sua gestione al punto di aver fatto saltare l'intera società che gestisce i trasporti in Umbria. Non sarà così, vero? Non abbiamo bisogno di spot, caro Tarantino, lei lo sa: abbiamo bisogno di servizi.
Non le parlo poi dell'utilità del bibliobus (per orari e giorni) almeno dalle mie parti - Ripa e Pianello - perché oggetto anche quello di una mia lamentela alla fine dello scorso anno, alla quale mi fu risposto con tante promesse di maggiore efficienza, ma poi null'altro. Concludo solo invitando lei, e l'amministrazione tutta, a non organizzare il servizio che lei gestisce solo in base alle statistiche dell'oggi perchè, come lei sa, le biblioteche dovrebbero soprattutto funzionare come stimolo alla lettura, sforzarsi cioè di incrementare il numero di lettori di questa città (che ambisce a diventare addirittura una delle capitali europee della cultura...) e quindi lavorare unicamente nella direzione di modificarle, quelle statistiche, innalzandole. Con tante iniziative, ovviamente, e di certo non chiudendole i pomeriggi delle lunghe, noiose estati dei bambini e dei ragazzi. Richiesta alla quale lei risponderà che non ci sono i soldi, e il circolo si chiude. Ma forse i soldi ci sarebbero se fossero fatte scelte diverse, non crede? E ci sarebbe anche il modo di far funzionare meglio e di più il servizio: ad esempio utilizzando forme di volontariato di associazioni che questi servizi offrono (come in tante altre città); oppure facendo accordi con le varie facoltà universitarie per offrire stage a studenti che altrimenti non saprebbero dove altro farli; ecc. ecc. In periodo di vacche magre, bisogna inventare soluzioni. E soprattutto convincere i politici a smetterla di pensare alla cultura solo in termini di eventi, di manifestazioni eclatanti che vanno inaugurate davanti alle telecamere. La cultura, lei lo sa bene, non si fa così. La sua richiesta si incrementa soprattutto portando la cultura dove altrimenti non ci sarebbe.
Un cordiale saluto, sperando di trovarla con noi su questa strada.
Roberto De Romanis

Caro De Romanis, comincio dalla fine: mi troverà senz'altro sulla sua strada e vorrei tranquillizzarla sul fatto che la nuova biblioteca degli Arconi (che comunque non è un'opera "faraonica") non penalizzerà affatto il sistema ormai consolidato delle biblioteche periferiche (bibliobus compreso); si fidi. Terrò senz'altro in gran conto la sua lettera e i suoi suggerimenti (molti dei quali sono già da tempo sotto la mia osservazione). Soltanto un appunto, se permette, sul tema risorse economiche/scelte di politica culturale: non è per niente esatto dire che altri paesi non hanno più soldi di noi ma "hanno solo pensato di rivolgere la loro attenzione, e da secoli, a un tessuto di piccole biblioteche, invece di pensare a opere faraoniche, o pseudotali"; la Francia, tanto per fare un esempio, negli stessi anni in cui faceva grandi investimenti sul tessuto delle piccole mediathèques, investiva anche 1.2 miliardi di euro nel progetto (quello sì faraonico) della nuova Bnf, biblioteca che, tuttora, ha un bilancio annuale di 254 milioni e 2600 dipendenti; o quello della Gran Bretagna, dove, a fronte di un investimento cospicuo sugli idea store nelle periferie londinesi, si continuano a investire 160 milioni l'anno (con 2000 dipendenti) sulla British Library.
Un saluto cordiale,
Maurizio Tarantino


Caro dott. Tarantino, sì, ha ragione. Mitterand però sapeva di poter operare in tempi di vacche (abbastanza) grasse, e non parliamo della British Library, che parte da molto lontano e può contare oggi su un patrimonio di quasi dieci milioni di volumi. Ma quelle sono biblioteche 'nazionali', nelle capitali dei due Stati. Mi accontenterei di molto meno, mi creda, nella nostra cittadina di provincia. Io comunque, della sua ultima lettera, incasso intanto la promessa che "la nuova biblioteca degli Arconi (...) non penalizzerà affatto il sistema ormai consolidato delle biblioteche periferiche (bibliobus compreso); si fidi". E mi fido, e infatti lo registro. Magari invitandola a migliorare quanto più possibile il servizio del bibliobus, che merita aggiustamenti.
E mi permetto di ricordarle che, nel percorso di laurea triennale, lo stage è obbligatorio per tutti gli studenti. E un accordo con le facoltà, tutte, porterebbe molti valenti giovani ad aiutarci gratuitamente a tenere aperte le nostre biblioteche anche di pomeriggio. E pure il sabato l'Augusta - quella che loro frequentano di più e che invece di sabato trovano chiusa anche di mattina.
Anche a lei un cordialissimo saluto, e il nostro carteggio può essere pure chiuso qui, con queste promesse e proposte.
Roberto De Romanis




Inserito giovedì 4 luglio 2013


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Commenti

Nome: roberto de romanis
Commento: Rispondo a Fabio, per ultimo, e a chi nelle puntate precedenti confermava il senso della mia lamentela riportando esperienze analoghe a quelle che anch'io ho fatto con mio figlio davanti alle porte di Biblionet improvvidamente chiuse, con lui piccolino che ci batteva il pugno sopra. Sarà pure vero che, nonostante le nostre rimostranze, i nostri amministratori non intendono, o fanno finta di non intendere. Ma perché non ci proviamo tutti a lamentarci, e magari fare pure qualche proposta risolutiva? Perché non proviamo a segnalare, in tanti, in tantissimi, tutto il disagio che dobbiamo patire per la mancanza o la cattiva organizzazione dei servizi di questa povera città? Dovremmo farlo per almeno due buone ragioni: perché questa è la prima pratica di una "cittadinanza attiva", e a cittadini attivi che, invece di mugugnare in solitudine o con qualche amico, protestano e avanzano proposte, è assai più difficile non rispondere, o rispondere "non si può, non ci sono soldi". E poi perché si avvicinano le elezioni, e sappiamo come i politici siano più 'sensibili' in questi frangenti. Scriviamo, allora, e andiamo a incontrarli dove vanno a mostrarsi trionfanti, e diciamo loro cosa non va e soprattutto cosa non hanno saputo fare. Grazie a chi mi ha seguito fin qui, dopo aver letto le mie lunghe lettere a Tarantino. Ma scrivetegli pure voi. Lui è uno dei pochi che (almeno) risponde.

Nome: Fabio
Commento: Anche se gli spieghi che si possono coinvolgere i cittadini e/o studenti tirocinanti nei servizi per ovviare al problema delle risorse limitate, tanto non intendono. Forse perché le persone, i cittadini sono gli ultimi nei loro pensieri.

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