Nel momento della sua rinascita comunale Perugia sente di dover concentrare il proprio orgoglio su un campione di virtù come sant’Ercolano che contro l’invasore Totila aveva dato la vita per la sua città. È per questo che il suo culto diventa privilegiato rispetto a quello degli altri due antichi patroni Lorenzo e Costanzo, una devozione spontanea tramandatasi nei secoli che il Comune popolare fece di tutto per codificare sottraendola a superstizioni e fanatismo religioso.
In questa volontà di dare l’immagine di una città in festa il 1° Marzo all’interno di certezze e ordine mal si inserivano il “Grifo e il Leone”. Ricoverati in cattedrale erano oggetto delle attenzioni dei cittadini e della cura delle istituzioni che si preoccupavano di farli sfilare il giorno della Festa ricoperti d’una veste preziosa rosso, gialla, bianca cucita dai migliori tra i “sartori” della città per poi venderla ai migliori offerenti convinti che quella stoffa portasse buoni auspici.
È probabile che il Grifo e Leone fossero quelli bronzei ora nell’atrio del Comune di Perugia la cui forma passante è adatta per sfilare. Inducono a pensarlo i fori che hanno nel corpo che, forse, servivano per ancorarli a complicate macchine mobili con le quali trasportarli per la città. Dove in una giornata di “follia” cittadina subivano in mezzo a una moltitudine in delirio attenzioni feticiste che solo in piccola parte possiamo immaginare simili a quelle oggi riservate ai Ceri di Gubbio durante la “mostra” o al cavallo vincitore del Palio a Siena.
Solo che il Palio di Siena si corre per vincere il drappo della Madonna dell’Assunta o di Provenzano e i Ceri portano sulla cima i tre santi di Gubbio, mentre con il Grifo e Leone questo ancoraggio religioso non è avvenuto e i due animali simbolici, o i due bronzei o altri due lignei, spariscono dalla Festa.
Il Grifo, simbolo del Comune, rimane come simbolo di Ercolano in un’identificazione tra la città e il suo Santo, mentre il Grifo e Leone bronzei nei quali è fusa la passione civile d’una comunità e appartengono non solo alla storia dell’arte ma all’antropologia d’una città li ritroviamo (il Grifo con le ali posticce) allontanati dalle asfissianti attenzioni dei perugini prima sopra la fontana di Arnolfo di Cambio in fondo alla Piazza Grande poi ancora più in alto nella facciata del Palazzo dei Priori.
Nel secolo scorso una volta restaurati vennero “immagazzinati” nella Sala del Grifo e Leone, poi sono finiti nella sala del Consiglio comunale e ora nell’atrio del Palazzo perdendo gran parte del senso che avevano.