L'ultima cosa da perdere
Diario dalla Palestina: la Speranza è l’ultima cosa che Reham vuole perdere
La suocera di Noor ha le idee chiare: sua nipote si deve chiamare Salam, perché mai come oggi, da queste parti, c’è bisogno di Pace. Ma Noor non ha ancora deciso, è stanca e pallida. Ha bisogno di assumere ferro e vitamina C. Noor è una delle nostre pazienti in un ospedale a Rafah, appena starà meglio dovrà tornare a vivere nella sua tenda di plastica. La sua vera casa è a Jabalya, nel nord, ma oggi è ridotta a un cumulo di macerie.
Nel letto a fianco riposa Reham, neomamma di un’altra bambina che un nome ce lo ha già.“Con questo sorriso - dice mostrando il volto della neonata a un nostro medico - non può che chiamarsi Amal (in arabo Speranza), la speranza – continua - incoraggia i palestinesi ad andare avanti nonostante gli attacchi indiscrimanti di questa guerra”. Ma soprattutto, la Speranza, è l’ultima cosa che Reham vuole perdere.
Maurizio Debanne, Medici senza Frontiere
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