16/07/2024
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Perugia civica non raggiunge il quorum
Tra l'area del dissenso e la macchina del consenso, emerge un bisogno inespresso, quello di star bene in città - LEGGI I COMMENTI

Solo milleseicento perugini (circa) hanno votato la lista Perugia civica: ne mancano almeno tre o quattrocento per eleggere un consigliere comunale.
La speranza era grande, per cui tanto più cocente è la delusione. Ora, come è necessario in questi casi, occorre capire le cause e ricominciare: una fatica di Sisifo, specie per chi ricomincia da una vita, ma se non ci siamo ritagliati uno spazio sufficiente non è solo colpa degli altri, è anche conseguenza di una nostra debolezza, sia organizzativa che soprattutto di riflessione. Due aspetti su cui occorre dedicare attenzione, intelligenza e impegno.
Due elementi vanno fin d’ora sottolineati: la frammentazione di un’area che chiamerò (un po’ genericamente) “del dissenso”, e la potenza della macchina del consenso.
Su quest’ultima ho poco da dire: basta confrontare come il voto alle europee ha premiato anche nella nostra città le forze di governo, mentre alle provinciali e comunali il voto si sia orientato sul centrosinistra dei governi locali. Una contraddizione solo apparente, e spiegabile con una tendenza profonda al consenso verso il potere. E su questo, il lavoro da fare non è risolvibile dentro una breve campagna elettorale.
Più difficile identificare un’area del dissenso: quello che sentivamo emergere fino alla fine del 2008 è sembrato affievolirsi fin dai primi mesi di quest’anno, assumendo via via posizioni e scelte sempre più frantumate: dall’astensione alla lista civica alle liste di bandiera fino al tentativo di stare nella coalizione.
Si sono avute così due liste civiche fuori dalla coalizione, grillini e radicali, che non hanno saputo unirsi (salvo una conferenza stampa all’ultimo giorno), e una lista civica dentro la coalizione che non è riuscita a scalfire le posizioni di rendita dei partiti.
La frantumazione delle posizioni rispecchia certo una realtà di incertezza e pluralità di orientamenti che non può esser semplificata: in quella che ho chiamato “area del dissenso” abbiamo incontrato elettori disposti a votare una lista civica solo se fuori dalla coalizione, o viceversa solo se dentro la coalizione; né le posizioni dei vari gruppi (al di là delle dichiarazioni formali) sono davvero coincidenti.
Ma c’è un’esperienza che non vorrei andasse perduta: ed è stata l’adesione spontanea, corale, impegnata di tante donne e uomini della città, che ho incontrato nei quartieri perugini, nei confronti delle tematiche della partecipazione, della socialità e della vivibilità, per cui nei discorsi, nelle richieste, nelle proposte emergeva un bisogno finora inespresso, quello di star bene in città, di adattare la città alle esigenze delle persone (e non viceversa, come accade finora).
Al centro del lavoro elettorale c’è stato perciò il tema dell’incontro, della relazione, dello scambio reciproco e gratuito, come bisogno primario del vivere in città: penso che su questo dovremo lavorare.



Renzo Zuccherini


Inserito martedì 9 giugno 2009


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Commenti

Nome: Carlo Cesarini
Commento: Io non riesco a capire. Come può un gruppo di persone che, da questo sito, ha martellato pesantemente le posizioni espresse e le azioni concluse dalla classe politica dominante, presentare una lista di appoggio al candidato espressione di tale classe (nonché del più puro continuismo rispetto alla giunta precedente) e meravigliarsi poi dello scarso risultato elettorale? Se si voleva raccogliere voti dall'area del dissenso, avete veramente scelto la via più incomprensibile (e uso un eufemismo). Per quanto riguarda il mancato accordo tra "grillini" e radicali, faccio presente che mai in alcuna fase abbiamo cercato tale accordo, ritenendo troppo distanti le nostre idee in merito a problematiche di fondo. La conferenza stampa citata era funzionale esclusivamente a focalizzare l'attenzione sul mancato interesse dei media nei confronti delle liste più piccole. Le forze che si oppongono oggi alla situazione di fatto stanno crescendo in consapevolezza, ma di certo non sono disponibili ad appoggiare candidati e personaggi che per troppo tempo hanno dominato la scena in questa città! Cordialmente

Nome: annamaria lattanzi
Commento: riflessione: Fino a che un cittadino è oggetto e non soggetto, fino a che cittadino è un fantasma immaginato, e non una persona concreta, fino a che in un assemblea politica ci saranno soprattutto uomini, e non metà donne e metà uomini, non si silupperà alcun contesto che possa definire una progettulita' politica progressista, innovativa per una città civile. Lo spirito di una città si scopre entrando nel cuore di questa, nella polis, mercato. Non si può "COAGULARE" ciò che non c'è. Per coagulare ci vuole materia. elementi che non ci sono. La realtà territoriale è cambiata. Il pensiero dominante è conservatore non è sinistra, la tradizione elettorale ha dato una maggioranza di chi cerca di perseguire una "economia" della poltrona ed è anche giusto visto che qui ci sono poche realtà imprenditoriali che muovono l'economia e creano lavoro. Non saranno certo i centri commerciali disseminati nel terrritorio a risollevare le sorti, fra un pò supereranno gli stessi consumatori,ma una volta comprato cosa resta, una casa piena e una testa vuota. Una città d'arte deve restare tale. e' divenuto solo un contenitore vuoto e abbandonato. Un cartone in disuso dove far alloggiare una popolazione di semi clandestini alla deriva, di anziani soli, di giovani spaventati senza accoglienza vera.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Ai sensi dell'art. 8 del Testo Unico Enti Locali (D.Lgs. 267 del 18 agosto 2.000), sono stati introdotti i Referendum abrogativi o consultivi sulle delibere degli Enti locali (Province e Comuni). Non conosco lo specifico regolamento (se esiste) del comune di Perugia, ma in generale il referendum consultivo e abrogativo può essere chiesto dal 10% degli aventi diritto al voto, che a PG sarebbero circa 12700. Con questo strumento potremmo contrastare il “Nodo di Perugia”, difendere il mercato coperto, proporre piste ciclabili ecc...

Nome: Andrea Maori
Commento: Perugia è una città profondamente conservatrice non c'è che dire. Pur votando la lista di Amato De Paulis LiberiAmo Perugia, ho visto con estrema simpatia la vostra esperienza elettorale. Come prima impressione a caldo, mi sembra che il voto - a livello quantititativo - corrisponda quasi esattamente al voto storico dei Verdi alle comunali di Perugia dal 1995 in poi, cioè oscillante tra i 1400 e 1600 (circa). Non cresce e non crepa... Vi abbraccio tutt* Andrea

Nome: Andrea Capotorti
Commento: "Amara" ed ineccepibile riflessione. Bisogna prender atto che numericamente chi chiede un altro modello di citta' e' netta minoranza (ed in più incapace di "coagulare"). Del resto come per il problema droga non ci sono solo gli "spacciatori" ma anche i "consumatori", come per quello prostituzione non ci sono solo "lucciole" ma anche "clienti", cosi per il degrado urbano non ci sono solo "speculatori" ma anche "villici" (nel senso di abitanti "in villa"..."rustico e mansarda"). Unica speranza: che si approfitti dell'appoggio comunque fornito al nuovo sindaco per "reclamare" una vita in citta' migliore e "diversa". Consci di essere pochi, ma pronti a sclete di vita "contromoda". Sperando di diventare "modello virtuoso" per altri ...

Nome: francesco pucci
Commento: renzo, congratulazioni! e lo dico con il cuore, sei stato grande, a darci una speranza e capitalizzare tanti consensi... non era facile, peccato x il quorum...ma non è finita qui continueremo a rompere, ahem a farci sentire!

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