14/08/2024
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Essere Diversamente
Walter Cremonte ogni tanto pubblica piccole raccolte di poesie. L'ultima è "Diversamente"


Walter Cremonte ogni tanto pubblica piccole raccolte di poesie. Libretti non chiassosi fin dalla grafica mostrano l’intento di non voler disturbare imponendo una presenza, una scelta che però non ha impedito alle sue poesie di fare di Walter una riconosciuta e importante voce della poesia italiana. Sebbene pubblicata da Marcos Y Marcos – editore di livello nazionale con una significativa collana di poesia – non fa eccezione a questo percorso “Diversamente” l’ultima antologia curata con attenta sobrietà da Walter stesso di cui Fabio Pusterla (imperdibile la sua prefazione) ricorda la “parca manifestazione di sé”. Ed è forse per questa perseguita volontà che tra le poesie scelte c’è anche “Vorrei tanto essere un poeta minore”, una specie di dichiarazione di poetica nella quale esplicita ciò che vorrebbe essere: un poeta minore che liberamente, “come viene”, dice:

Vorrei tanto essere un poeta minore
anche il più piccolo dei poeti minori
andrebbe bene, purché si possa dire:
quello lì è un poeta minore.
Così liberamente andarsene per strada
poter dire le pene e le noie
e indifferentemente, come viene, le gioie
così come uno s’aspetta che le dica.
Senza fatica potresti accettarmi
mentre guardiamo la tv
e io ti dico: ci sei soltanto tu.

Walter Cremonte è tutt’altro che un poeta minore. La sua è una poesia contraddistinta da un linguaggio colloquiale e trasparente eppure mai banale, grazie al quale s’intravvede la sua mai sbandierata cultura e un accurato lavoro sulle parole che vanno dritte a un contenuto essenziale e profondo. Tutto questo grazie a una sensibilità che gli fa sentire vicine persone, altri esseri viventi, cose e “Vicini” è il titolo di una delle sue raccolte più belle (la più bella?) che in questo volume togliendo alcune poesie e aggiungendone altre ha reso più pregnante e con le struggenti ultime due più dolorosa.

Walter osserva, ascolta, racconta diversamente da come di solito si fa sé stesso e i suoi familiari, fatti epocali, aspetti semplici e a prima vista insignificanti cercando la semplificazione del verso attraverso sentimenti non urlati sia che scriva di dolori incancellabili sia di cose considerate minori come una stella senza nome sbirciata prima di chiudere “quell’ultima finestra,”.gli uccellini in gabbia, l’orto del vicino, un papavero, una fogliolina, una piantina nel muro:

Per un istante mi sono girato
di lato e ho visto la piantina
nel muro – ho pensato
a te che l’avresti guardata
un po’ innamorata
con quell’amore strano che hai
per le cose che non la spuntano mai

(qui tu sei proprio tu, ti riconosci,
tu e nessun altro poetico tu).

Diversamente” è la conferma che Walter Cremonte è da sempre e irrevocabilmente schierato dalla parte dei più deboli e delle vittime, non tanto per una sorta di coerente disillusione ma perché dov’è che si può trovare resistenza e speranza se non in essi? Se non stando dalla parte dei fragili  qualunque cosa essi siano: esseri umani, un papavero che non durerà o “un suono lontano di campane che muore a poco a poco”. Se non scrivendo del proprio dolore.

È per questo che “Respingimenti”, la sua raccolta più nota da anni introvabile non poteva mancare in questa antologia. Uscita nel 2011 - quando ancora, fa notare Pusterla nella prefazione, “il tema dei migranti non era diventato quasi di moda in poesia” - è un capolavoro che nasce dall’atroce epocale tragedia delle migrazioni nel quale Walter sempre attento a dar voce all’altro che non può parlare si preoccupa  pure se prenderanno le impronte ai bambini che “quei ditini / poi magari li mettono in bocca” o  di “come fanno le ragazze a lavarsi / del loro sangue e non  vergognarsi”.

Respingimenti”, “Vicini”, le traduzioni di “Autori”, le altre poesie fanno di “Diversamente” una raccolta per niente consolatoria di alto valore morale e civile che senza strepiti arriva a fondo nelle coscienze. È un bene che possa essere letta perché è una boccata di civiltà e umanità, in questi tempi incivili e disumani aiuta a mantenere nel cuore un po' di passione civile e a recuperare il significato di una parola dimenticata: Pietà.

Vanni Capoccia

Walter Cremonte ogni tanto pubblica piccole raccolte di sue poesie, libretti non chiassosi che fin dalla grafica mostrano l’intento di non voler disturbare imponendo una presenza che però non hanno impedito alle sue poesie di fare di Walter una riconosciuta e importante voce della poesia italiana diventata tale diversamente da come di solito avviene. Fa in qualche modo eccezione “Diversamente” l’ultima antologia pubblicata da Marcos Y Marcos - editore con una significativa collana di poesia - curata con attenta sobrietà da Walter stesso di cui Fabio Pusterla (imperdibile la sua prefazione) ricorda la “parca manifestazione di sé”. Tra le poesie scelte c’è anche “Vorrei tanto essere un poeta minore”, una specie di dichiarazione di poetica nella quale prendendosi un po’ in giro esplicita ciò che voleva essere e che è riuscito a diventare: un poeta che liberamente, “come viene”, dice:

Vorrei tanto essere un poeta minore
anche il più piccolo dei poeti minori
andrebbe bene, purché si possa dire:
quello lì è un poeta minore.
Così liberamente andarsene per strada
poter dire le pene e le noie
e indifferentemente, come viene, le gioie
così come uno s’aspetta che le dica.
Senza fatica potresti accettarmi
mentre guardiamo la tv
e io ti dico: ci sei soltanto tu.

Walter è tutt’altro che un poeta minore, però è senz’altro un poeta “a minore”. E in quel luogo della verità che è la poesia dove il poeta riesce a vedere significati che altri normalmente non vedono e si spinge, senza mai arrivarci, verso quel segreto che la parola contiene. 

La sua è una poesia contraddistinta da un linguaggio colloquiale, semplice e trasparente eppure mai banale, grazie al quale s’intravvede la sua mai sbandierata cultura e un accurato lavoro sulle parole che vanno dritte a un contenuto essenziale e profondo. Tutto questo grazie a una sensibilità che gli fa sentire vicine (“Vicini” è il titolo di una delle sue raccolte più belle che in questo volume togliendone alcune e aggiungendone altre ha reso più pregante e doloroso) persone, altri esseri viventi e cose. Osserva, ascolta, racconta diversamente da come di solito si fa momenti semplici a prima vista insignificanti con un’affinità addirittura puntiforme cercando la semplificazione del verso attraverso sentimenti non urlati. Attento a cose, momenti e aspetti considerati minori: una stella senza nome con la quale scambiare l’ultimo sguardo prima di chiudere “quell’ultima finestra”, gli uccellini in gabbia, l’orto del vicino,  un papavero guardato come qualcosa che dura, una fogliolina:

Nel bosco
ogni fogliolina ha il suo colore
ma è l’insieme che vince
nel bosco, è l’insieme
che noi vediamo tutto colorato:
se quella fogliolina cade,
se si stacca,
ingrigisce, si spegne, si scolora.
E’ che tutti, da soli,
perdiamo i nostri colori.



 . A proposito di Respingimenti, Fabio Pusterla ha scritto che Walter “è senza strepito schierato dalla parte delle vittime, definitivamente”. In effetti, le poesie di “Diversamente” ne sono la conferma, è così da sempre e non tanto per una sorta di coerente disillusione ma perché dov’è che si può trovare resistenza e speranza se non in essi? Se non  stando dalla parte dei fragili  qualunque cosa essi siano: esseri umani, parole buttate, il vicoletto di via del Silenzio, i cari che non possono più fumare una sigaretta sul balcone o come in quest’altra poesia una piantina abbarbicata al muro 

Per un istante mi sono girato
di lato e ho visto la piantina
nel muro – ho pensato
a te che l’avresti guardata
un po’ innamorata
con quell’amore strano che hai
per le cose che non la spuntano mai

(qui tu sei proprio tu, ti riconosci,
tu e nessun altro poetico tu).

Vanni Capoccia

LA FOGLIOLINA DI WALTER CREMONTE
Walter Cremonte è un poeta e saggista conosciuto e apprezzato da critici e colleghi. La sua poesia è contraddistinta da un linguaggio colloquiale semplice e trasparente eppure mai banale, grazie al quale s’intravvede la sua mai sbandierata cultura e un accurato lavoro sulle parole che vanno dritte a un contenuto essenziale e profondo.
Tutto questo grazie a una sensibilità che gli fa sentire vicine (“Vicini” è il titolo di una delle sue raccolte più belle) persone, altri esseri viventi e cose. Osserva, ascolta, racconta diversamente da come di solito si fa momenti semplici a prima vista insignificanti con un’affinità addirittura puntiforme, come per una fogliolina che contribuisce a far vedere “tutto colorato” o una stella senza nome con la quale scambiare l’ultimo sguardo prima di chiudere “quell’ultima finestra”.
La fogliolina

La stella
quando la sera chiudo l’ultima finestra
rivedo quella stella, sempre quella
non so che stella sia, non le conosco
e davvero non so proprio niente
ma so che in qualche modo mi guarda
con un certo affetto ormai,
come quello con cui la guardo io
mentre chiudo quell’ultima finestra.
“La fogliolina” e “La stella” due poesie che fanno parte di “Diversamente”; piccola e non venale raccolta che è un colloquio, una specie di cerchio nel quale Walter fa entrare chi legge per cui pare d’essere con lui in giro in lambretta o a cercare sulla cartina il punto dove Renzo Tramaglino ha passato l’Adda o a ricordare le sue amiche poetesse.
Un libricino che è come Walter: pulito e riservato. Leggendolo riserva sensazioni da custodire con cura, diversamente, per non farle uscire dal cuore. Un pregio non da poco, e dispiace un po’ pensare che un poeta di tale rilievo e sensibilità non abbia avuto una pubblicazione di livello nazionale. Non tanto per lui (anche se penso gli farebbe piacere diventare famoso non è mai stata la sua aspirazione) ma per chi legge poesia.
Le poesie di Walter Cremonte meritano d’essere lette perché sono belle, fanno stare comunque meglio e fanno pensare, persino che sia un bene che al mondo ci siano persone come lui che si preoccupano d’una fogliolina o d’una stella che non si sa nemmeno chi sia.




Vanni Capoccia

Inserito domenica 24 settembre 2023


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