"Dal bosco di fronte ecco apparire improvvisamente una donna con un mitra stretto tra le mani, seguita da otto-dieci uomini armati. Correva verso di noi, vestita con una tuta mimetica e col berretto da garibaldino sulla testa, dal quale uscivano ciocche bionde e lunghe di capelli che il vento muoveva, allargava e sollevava come per gioco. Quella donna correva e gridava: "Avanti, avanti, andate in quella direzione; tra poco incontrerete altri rinforzi che vengono dalla brigata. Andate, ai fascisti ci pensiamo noi". E passandomi vicino mi toccò una spalla". (Ferriero Corbucci "I Maltagliati") 

Quella donna era Walkiria.  La comandante Walkiria Terradura.

"Ho fatto la Resistenza con il cuore di donna" mi disse qualche anno fa  in un'intervista. Nel corso di quell'incontro, le chiesi quale fosse il suo nome di battaglia e la risposta fu spiazzante: "Il nome di battaglia me lo hanno dato i miei genitori quando sono nata. Meglio di questo?"

Aveva superato da tempo gli 80, quando abbiamo fatto quella lunga chiacchierata a casa sua. Tra le foto del marito, dei figli, la medaglia d'argento al valor militare raccontava le imprese del suo gruppo in montagna, i ponti fatti saltare, i nascondigli di fortuna con la stessa fierezza e lo stesso lampo di luce negli occhi di 60 anni prima, quando era quella bellissima "ragazza col mitra" ricercata dai tedeschi. 

Un nome vero che sembra inventato, Walkiria. Walkiria bella e armata. Comandante partigiana col cuore di donna sui sentieri della Liberazione. 

Fai buon viaggio, ragazza guerriera.