Trota fario atlantica: l’Umbria vota contro le norme nazionali ed europee
La Giunta da che parte sta, sposerà la causa delle specie alloctone o salvaguarderà la trota mediterranea, la biodiversità e gli ecosistemi?
Nella foto, una trota mediterranea
L’interesse dei pescatori e degli ambientalisti è avere fiumi in buono stato ecologico L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato con 11 voti e 1 solo astenuto una mozione impegnando la Giunta regionale ad evitare il divieto di detenzione, presso gli allevamenti ittiogenici, della trota fario atlantica, una specie alloctona immessa per anni a scopo alieutico, il cui divieto di introduzione è previsto da norme nazionali ed europee.
“E adesso quali saranno le mosse della Giunta regionale – chiede Legambiente Umbria – sposerà la “causa” della specie alloctona, intraprendendo ogni azione necessaria in sede di Conferenza Stato-Regioni, contro le norme nazionali ed europee o continuerà nell’impegno assunto con la Commissione Europea salvaguardando la trota mediterranea, la biodiversità e gli ecosistemi?”
La conservazione della fauna ittica: un beneficio anche per la pesca sportiva Gli ecosistemi fluviali sono in grave pericolo. Le popolazioni di vertebrati d’acqua dolce stanno decrescendo ad un tasso più che doppio rispetto a quello dei vertebrati terrestri e marini e l’Europa si trova in una crisi di estinzione che colpisce con severità i pesci d’acqua dolce (il 37%), insieme ai molluschi d’acqua dolce (44%) e agli anfibi (23%), soprattutto nella parte meridionale del continente.
Nella nostra regione la trota mediterranea, ma anche il barbo tiberino, il cavedano etrusco, sono specie autoctone a rischio estinzione e severamente minacciate dai cambiamenti climatici, dalla pressione antropica, dalle captazioni idriche, dall’alterazione degli habitat fluviali e soprattutto dall’immissione di specie alloctone.
Il ripristino della trota mediterranea, nel quale la Regione Umbria è impegnata da anni, è una delle azioni del progetto LIFE IMAGINE finanziato dall’Unione Europea per oltre 15 milioni di euro e che ha l’obiettivo di definire una strategia di gestione integrata, unitaria, coordinata dell’intera Rete Natura 2000 dell’Umbria, migliorando lo stato di conservazione degli habitat e delle specie e favorendo la crescita e le opportunità di sviluppo locale.
“Sicuramente interesse dei pescatori, come quello degli ambientalisti – commenta Legambiente Umbria – è che i nostri fiumi tornino ad avere un buono stato ecologico, ad ospitare specie autoctone, come la trota mediterranea, in un sistema nel quale conservazione e pesca tendano ad un sano equilibrio ecologico”.
L’impianto ittiogenico di Borgo Cerreto al centro del progetto di recupero della trota mediterranea L’impianto di Borgo Cerreto, ormai convertito da alcuni anni in allevamento di trote di ceppo mediterraneo, ospita un significativo stock, destinato alla produzione di novellame qualificato dal punto di vista genetico e unico utilizzabile nei piani di ripopolamento della specie, secondo quanto previsto dalle normative nazionali e dall’elenco delle specie autoctone per ogni regione approvato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nel 2022 l’impianto ha prodotto 30 Kg di uova e sono stati seminati nel bacino idrografico del Nera 130.000 avannotti, 800 trotelle e 150 Kg di individui adulti.
“L’impianto ittiogenico di Borgo Cerreto è al centro di alcune attività previste dal progetto Life Imagine – conclude Legambiente Umbria – e questo i consiglieri regionali lo dovrebbero sapere bene, considerando anche che più volte sono stati fatti sopralluoghi dalle diverse forze politiche. Così come dovrebbero sapere che non è possibile allevare nello stesso impianto la trota mediterranea e trota fario atlantica, con il rischio di compromettere un lavoro scientifico e di ricerca che pone l’Umbria in prima fila nel recupero di una specie ittica di rilevante valore ecologico ”.
Legambiente Umbria
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