La città è la più grande invenzione degli uomini e delle donne indispensabile al loro essere comunità. L’abbiamo sperimentato nei duri mesi della pandemia durante una solitaria passeggiata in luoghi familiari o vedendo finestre illuminate dove conoscevano chi ci vivesse anche se riuscivamo a scambiare un lontano saluto con qualche conoscente sentivamo che c’era qualcosa di indispensabile che mancava: il contatto con i corpi e le menti degli altri.

Una cosa ben chiara ai romani che distinguevano la città delle pietre (urbs) dalla città degli uomini e delle donne (Civitas). 

È quest’ultima città di corpi e menti dove donne e uomini s’incontrano con le loro relazioni sociali, una loro psicologia, una propria economia, mobilità e storie che s’influenzano e integrano l’un l’altro che ha fatto pensare a “Le Città di Perugia”. 

Un incontro nel quale una sociologa, Paola De Salvo, un economista, Luca Ferrucci, uno psichiatra, Francesco Scotti, uno storico, Valerio Marinelli, urbanisti, Mauro Monella e Marco Peverini, ognuno dal loro punto di osservazione, parleranno di Perugia e dei perugini senza l’obbligo di giungere a conclusioni condivise, a linee guida da dettare; ma con l’intento di aiutarci - con il sentimento che nutrono verso Perugia e le conoscenze che hanno - a vedere la Perugia degli uomini e delle donne dalla finestra dalla quale li hanno osservati e osservano.