Lello Rossi e il suo discorso sulla città
Ricordarsi di lui, per discutere su Perugia, città i cui abitanti oggi hanno un gran bisogno di riflettere su quello che sono
Il 1 febbraio di quest'anno era il centenario della nascita di Raffaele Rossi, una di quelle persone la cui vita ha attraversato e segnato la storia di Perugia e dell'Umbria. È stato uno dei giovani antifascisti che salivano le scale del Palazzo dei Priori di Perugia per incontrarsi con Aldo Capitini, militante e dirigente del Pci seguendone i successivi cambiamenti, Senatore, consigliere comunale, vicesindaco di Perugia. Uno dei fondatori dell'Isuc (Istituto di Storia dell' Umbria Contemporanea) e degli storici di Perugia cui ha dedicato studi, libri, riflessione. Il rapporto con Perugia è stato del tutto particolare e intenso. Tra lui e la sua città (tutta Perugia fino ai luoghi più distanti da quelli del potere) c'è stato un continuo discorso, ascolto e osservazione. Un'intimità che lo ha portato a riflettere ed elaborare un pensiero sulla "psicologia della città" che va al di là della storia cittadina. Nonostante ciò il centenario della sua nascita è passato senza un ricordo pubblico tranne quello discreto tipico della riservatezza di Lello Rossi e dei suoi familiari. È un peccato in quest'anno non ricordarsi di lui, non per doverosa retorica, aspetto che non amava. Ma per discutere su Perugia, città i cui abitanti oggi hanno un gran bisogno di riflettere su quello che sono. E la vita, l'impegno, gli studi, la quotidianità di Lello Rossi sarebbero utili a questo, perché voler conquistare il cielo come voleva lui non consente di farlo ma di osservare da una necessaria distanza sé stessi come persone e come comunità.
Vanni Capoccia
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