Abbiamo appreso in questi giorni, dalla stampa cittadina, che Regione Umbria e Comune di Perugia hanno deciso di ospitare nella nostra città la trasmissione televisiva “L’anno che verrà”.
Da più parti sono stati sollevati forti dubbi su un investimento deliberato di 385.000 euro, finanziato per gran parte con i soldi del Comune, ossia di tutti noi. Questo in un periodo in cui si negano fondi a tante iniziative culturali, alle associazioni cittadine, alla manutenzione del nostro centro storico o delle nostre strade in pessimo stato. Basti qui ricordare che per il rifacimento di Corso Bersaglieri, invece della pietra, è stato usato il breccione, adducendo come motivazione la mancanza di fondi.
Ma vediamo che per queste manifestazioni corsare i soldi si trovano.
Sappiamo bene che la pandemia, oltre alla morte o malattia di tante persone, ha anche causato un danno grave alle nostre attività economiche. Si dice che questo tipo di manifestazione serva a promuovere l’immagine della nostra città.
Ora, Perugia è conosciuta in tutto il mondo per ben altre manifestazioni. E comunque i cosiddetti eventi non sempre sono così necessari, lo dimostra il fatto che quest’anno Perugia è stata letteralmente invasa dai turisti, anche ad agosto, settembre e ottobre, quando non ha vissuto di eventi, ma solo della sua bellezza.
Ciò premesso, riteniamo che trasformare la sua Sala storica più rappresentativa, la Sala dei Notari, in un retroscena del palco in piazza, sia un’offesa grave alla città. Questa sala è stata per secoli, ed è tutt’oggi, il cuore pulsante di uno dei palazzi comunali più belli d’Italia. Sede per secoli del governo cittadino, tanto da venire chiamata sala del popolo.
Un simile trattamento è una vergogna per la città tutta.
Verranno smontate le poltrone e sarà divisa in camerini, per soddisfare le esigenze degli artisti. Torniamo praticamente al dominio dello Stato pontificio, quando venne utilizzata per funzioni umilianti, per nulla confacenti al suo prestigio e alla sua storia. Anche il bellissimo Palazzo dei Priori, che la custodisce, subì lo stesso trattamento, con l’apertura di finestre e finestroni, che ne alterarono profondamente la fisionomia. Tant’è che finito il “triste dominio dei papi”, uno dei primi atti del nuovo governo, per iniziativa del sindaco Reginaldo Ansidei, fu quello di restaurare il palazzo e la sua sala più bella, carissima a tutti i perugini.
C’è altresì da segnalare il paradosso che per richiamare turisti si violenta e privatizza ciò per cui vengono i turisti stessi.
Pertanto chiediamo al sindaco Romizi e alla sua giunta di non recare alla città questa ulteriore ferita. Ci sono altre soluzioni, a partire per esempio dal cinema Turreno che sta lì da dieci anni a fare la muffa.
Da ultimo ci sorprende in modo fortemente negativo che né la Soprintendenza, né gli innumerevoli professori o professoresse, il mondo intellettuale in generale, su questa vicenda così densa di significati abbiano ancora aperto bocca.
Le associazioni cittadine.
E i privati cittadini che vorranno aderire a questo appello.
Grazie.
Società di mutuo soccorso
Famiglia perugina
Associazione Borgobello
Società del Bartoccio
Circolo Ponte D’Oddi
Omphalos LGBTI
Cgil Perugia
Associazione RealMente
Fondazione La Città del Sole
Museo del Giocattolo
Associazione Culturale La Goccia
Legambiente Perugia e Valli del Tevere
Associazione culturale Smascherati!
Le Donne in Nero di Perugia
Una Regione Per Restare
Udi Perugia
Ponte Solidale s.c.s.
Banca del Tempo
ParteCivile APS