La riapertura del tratto Ponte San Giovanni-Perugia/Sant’Anna della ex Fcu.
Ma l’orario è lo stesso di cinque anni fa, con appena 10 coppie di treni al giorno, concentrate per lo più nelle ore di punta: se si offre un servizio scarso, la gente non lo utilizzerà
“Finalmente riapre la FCU tra Ponte San Giovanni e Sant’Anna: si tratta di una notizia indubbiamente positiva”, scrivono in una nota il Circolo Legambiente Perugia e Valli e del Tevere e Fiab Perugia Pedala, “ma c’è poco da esultare”. Benché sia stato fatto un raddoppio selettivo dei binari e sia stata elettrificata la linea, al momento nei fatti il servizio riprenderà esattamente dal punto in cui era stato interrotto cinque anni fa: l’orario è esattamente lo stesso di allora (!), con appena 10 coppie di treni al giorno, concentrate per lo più nelle ore di punta (appena 4 nei giorni festivi); il raddoppio selettivo quindi al momento non serve a nulla. Anche l’elettrificazione della rete entrerà in vigore progressivamente, ma ancora non è dato sapere con quali tempi e per quali ragioni. Continueranno perciò a transitare i vecchi inquinanti treni diesel. Siamo ben lungi, continuano le associazioni, da quel servizio di “metropolitana di superficie” più volte annunciato, anche dalle precedenti amministrazioni, e che sarebbe una soluzione valida per alleggerire il traffico automobilistico. Un servizio metropolitano efficace dovrebbe offrire una copertura oraria capillare, con corse ripetute e ravvicinate, in particolare negli orari di punta ma tale da coprire l’intero arco del giorno, comprese possibilmente le fasce serali e notturne: questo vorrebbe dire puntare sul TPL in modo strategico e non residuale, rendendolo il perno centrale nel sistema di mobilità. Al tempo stesso sarebbe opportuno considerare tutto il sistema di mobilità alternativo all’auto in maniera integrata. Altrimenti anche una frequenza maggiore dei treni potrebbe risultare insufficiente, se alle stazioni di partenza e di arrivo non ci fosse la possibilità di muoversi facilmente, velocemente e in sicurezza senza l’auto, ossia con bus, in bici e a piedi. Si dice: “Partiamo così e vediamo come va. Se c’è interesse aumenteremo le corse”. Questo è esattamente l’errore da non commettere e che invece purtroppo si rischia sempre di correre nella gestione del Tpl (trasporto pubblico locale): se si offre un servizio scarso, la gente non lo utilizzerà, e questo si trasforma nell’alibi per non migliorarlo e incrementarlo. Il Tpl (trasporto pubblico locale) funziona al contrario rispetto al normale mercato: è l’offerta a creare la domanda. La stessa inter-modalità treno-bici al momento è ridicolmente penalizzata, con la necessità di prenotare il servizio via mail almeno tre giorni prima (!): “si tratta di un tema che poniamo subito sul tavolo con l’augurio di arrivare a una diversa soluzione, perché non è certamente così che si incoraggia la modalità sostenibile e si penalizza pure l’utilizzo turistico”, proseguono le due associazioni. Insomma, di positivo per ora c’è il solo fatto che la tratta riapre, ma sono passati ben 5 anni e mezzo e siamo come prima in quanto a servizio scarso offerto. Si spera che questo sia davvero solo l’inizio di un percorso per favorire realmente la mobilità alternativa e non certamente il punto d’arrivo.
FiabPerugia Pedala e Circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere
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