L’appalto del servizio di Assistenza scolastica vinto da un’azienda lombarda
Nelle prossime settimane dovremmo lasciare la nostra impresa e passare come dei pacchi o dei burattini alle dipendenze di un datore di lavoro che non conosciamo, per un progetto che non conosciamo. E l’offerta economica dell’impresa lombarda è più onerosa di quella perugina. A che pro tutto questo?
Scriviamo a caldo, siamo frastornate, siamo decine di socie e soci di Borgorete (scriviamo al femminile perché in maggioranza siamo donne), che lavorano, insieme alle colleghe di Polis, nel servizio di Assistenza scolastica per gli alunni e gli studenti con disabilità in tutte le scuole perugine, dall’infanzia alle superiori.
La NOSTRA cooperativa è attiva nella NOSTRA città da oltre 40 anni, in tante attività sociali ed educative. Borgorete ci appartiene, viviamo a Perugia e nei Comuni vicini. Portiamo in cooperativa e nel lavoro la nostra passione, la nostra professionalità, l'esperienza di anni, le relazioni con tanti soggetti del nostro territorio. Siamo sempre state coordinate da nostre socie e colleghe: Simona, Emanuela, Marta... e possiamo scegliere noi chi guida la cooperativa. Ma ieri abbiamo saputo che l’appalto del servizio di Assistenza scolastica per i prossimi anni è stato vinto da un’azienda lombarda perché il loro progetto è stato giudicato migliore del nostro. Allora dovremmo perdere il lavoro oppure passare a lavorare con questa azienda che non conosciamo, che non ha mai messo piede in Umbria, che per noi non ha un volto né una volontà. Noi stiamo bene nella nostra impresa, non chiediamo di andarcene, nessuno ci ha interpellato prima. In tutti questi anni, con la nostra cooperativa, abbiamo stretto legami di collaborazione con centinaia di alunni, famiglie e insegnanti, abbiamo proposto in tante scuole progetti integrativi per arricchire il servizio agli alunni con disabilità e contribuire al miglioramento delle attività. Abbiamo contribuito alla stesura del progetto che la nostra cooperativa ha presentato al Comune di Perugia il mese scorso, abbiamo contribuito con i nostri pareri e facendo tutte insieme, in collaborazione con le scuole, una ricerca sui bisogni e le richieste dei quasi 400 alunni e delle loro famiglie che seguiamo a Perugia. Il nostro progetto ha riportato questi bisogni e ha proposto tante attività per soddisfarli. Eppure sono bastate 20 pagine di un'azienda lombarda per surclassare tutto questo. Vorremmo sapere cosa propongono di eccezionale, che cosa porteranno dalla Lombardia, quale valore aggiunto in un servizio dove la differenza la fanno la capacità relazionale e la conoscenza delle scuole e del territorio e dove non ci sono macchinari ma solo persone in relazione... e quelle persone siamo noi! Nelle prossime settimane dovremmo lasciare la nostra impresa e passare come dei pacchi o dei burattini alle dipendenze di un datore di lavoro che non conosciamo. Nella nostra cooperativa alcune e alcuni di noi lavorano il pomeriggio in altri servizi, tante di noi hanno continuità lavorativa anche in estate grazie ai Centri estivi. Che ne sarà di tutto questo? Non vogliamo essere sradicate, strappate via dalla NOSTRA cooperativa. Ma non possiamo nemmeno permetterci di perdere il lavoro. Siamo educatrici, operatrici sociali, non siamo esperte di leggi e di contratti pubblici, ma se ognuna di noi può essere trapiantata altrove e deve rinunciare alla propria appartenenza, in questi meccanismi di assegnazione dei servizi c’è qualcosa che non va. Noi siamo cooperatrici, siamo vocate a collaborare, non a competere e tanto meno siamo quelle che cambiano casacca come niente fosse. Concludiamo queste nostre riflessioni chiedendo: alla fine chi beneficia di tutto questo? Noi certamente NO, siamo allibite e, se non cambieranno le cose, dovremo fare una scelta che, per un verso o per l’altro, sarà dolorosissima e contro la nostra volontà. Nemmeno il Comune ci guadagna perché abbiamo saputo che l’offerta economica dell’impresa lombarda è più onerosa di quella di Borgorete e Polis. Le scuole, i colleghi docenti, i nostri alunni e le famiglie ci stanno contattando molto preoccupate. La nostra frustrazione non darà certo un migliore servizio e, se noi rinunceremo, arriveranno operatori del tutto nuovi senza esperienza e senza nessuna continuità nel rapporto. A che pro tutto questo? Qualcuno ci sa rispondere? (da fb)
Le lavoratrici della cooperativa Borgorete
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