Camicia rossa, camicia cara
“Nel 1860 il popolo cantò di preferenza l’inno di Camicia rossa, il quale scosse e inebriò tanti cuori, perché pieno di ardore e di slancio…”
Le parole di questo canto garibaldino, un inno patriottico, furono composte da Rocco Traversa, un segretario comunale piemontese, mentre la musica fu composta dal maestro di musica milanese Luigi Pantaleoni, nel 1860, per l’appunto.
L’originale era composto da nove quartine di doppi quinari. Dopo la “giornata dell’Aspromonte” furono aggiunte altre quartine, così come successivamente alla “battaglia di Digione” e alla “battaglia di Domokos”. Si diffuse, nella sua versione iniziale, nei giorni seguenti l’impresa di Garibaldi in Sicilia e nel meridione della penisola. Il canto venne intonato anche durante la Resistenza dalle formazioni garibaldine. Una versione spesso sentita è questa: Quando all’appello di Garibaldi tutti i suoi figli, suoi figli baldi daranno uniti fuoco alla mina, Camicia rossa garibaldina. E tu ti svegliasti col sol d’aprile e dimostravi che non sei vile, per questo appunto mi sei più cara, Camicia rossa camicia rara. E porti l’impronta di mia ferita sei tutta lacera, tutta scucita, per questo appunto mi sei più cara Camicia rossa camicia rara. Fin dall’istante che ti indossai le braccia d’oro ti ricamai quando a Milazzo passai sergente, Camicia rossa camicia ardente. Odi la gloria dell’ardimento il tuo colore mette spavento Venezia e Roma poi nella fossa cadremo insieme camicia rossa. … … … Il canto che è stato proposto il pomeriggio del 27 novembre presso la Società di Mutuo Soccorso di Perugia è invece il seguente, nella rielaborazione e nell’arrangiamento di Mauro Palmas e Silvano Lobina. Così presentato: “È l’epopea garibaldina a venirci incontro, con le ingenue appassionate parole di Camicia rossa, che è indoma, cara, ardente, bella amata… Come una donna. Il suo colore mette spavento al nemico, ma rende ardimentoso il garibaldino, gli dà la certezza che, tra breve, con i suoi compagni arriverà fino a Roma.” Esso è inserito nel CD "A VOLTE RITORNANO. CENTO ANNI DI SPERANZE ITALIANE NEL CANZONIERE POPOLARE", a cura e di Mauro Palmas, con le voci e la strumentazione di Elena Ledda, Mauro Palmas, Simonetta Soro, Maurizio Geri, Gabriele Mirabassi, Alberto Pisu. Quando la tromba suonava all’armi, con Garibaldi corsi ad arruolarmi; la man mi strinse con forte scossa, e mi diè questa camicia rossa.
E dall’istante che t’indossai le braccia d’oro ti ricamai… Quando a Milazzo passai sergente, Camicia rossa, camicia ardente. Porti l’impronta di mia ferita, sei tutta lacera, tutta scucita; per questo appunto mi sei più cara, Camicia rossa, camicia rara. Fida compagna del mio valore, s’io ti contemplo mi batte il core; per che tu intenda la mia favella, Camicia rossa, camicia bella. Quando all’appello di Garibaldi, a un di què’ nei suoi prodi e baldi, daremo insieme fuoco alla mina, Camicia rossa garibaldina. Se dei tedeschi nei fieri scontri, vien che la morte da prode incontri. Chi sa qual sorte sarà serbata, Camicia rossa, camicia amata!
Daniele Crotti
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