Calendario civile della città di Perugia 2022
La terza edizione dedicata alle donne che hanno operato nella società, a tutti i livelli, con un coinvolgimento pubblico che cresceva parallelamente alla conquista di nuovi spazi, di nuove libertà, di nuovi diritti
presentazione Domenica 21 novembre 2021, ore 11,00 Sala dei Notari Interverranno: Claudia Minciotti Tsoukas, Stefania Zucchini, Mirella Alloisio Coordina Roberta Perfetti
Un gruppo di associazioni perugine (Altrementi, Anpi, Famiglia Perugina, Società di Mutuo Soccorso, Società del Bartoccio, micropolis), insieme all’Ires e all’Isuc, con il coordinamento di Roberta Perfetti, ha creato il Calendario Civile della Città di Perugia, giunto al terzo anno con l’edizione per il 2022. L’idea di fondo è quella di costruire un ciclo dell’anno civile, basato sui momenti, i gruppi e le figure che nella storia cittadina (ma non solo) hanno segnato dei punti di snodo, delle tappe importanti nella costruzione della società democratica. Si è inteso quindi calendarizzare tali tappe, farle diventare “ricorrenze” che spiccano nel corso dell’anno, come “feste” laiche e civili. Dunque il Calendario civile fa, o almeno tenta, una operazione di ricostruzione di senso in una società cittadina che sembra aver perso un senso comune. Non si tratta dunque di inseguire una improbabile “identità” cittadina, ma di cercare nel nostro passato i fili di un lavoro collettivo e dei suoi significati. Per questo nel Calendario civile tali momenti, o tappe, sono segnate in colore, come si fa in tutti i calendari per le “festività” civili o religiose. Quali sono queste tappe? Sono innanzitutto i momenti storici fondanti per la città: alcuni ben noti, come il XX Giugno con la doppia ricorrenza delle stragi papaline del 1859 e dell’ingresso degli alleati nel 1944, o il 14 settembre 1860 con la fine del dominio pontificio; ma anche altri, meno noti ma non meno importanti, come l’innalzamento dell’albero della libertà il 4 febbraio 1798, che fu il primo gesto di liberazione dopo due secoli e mezzo di chiusura pontificia, oppure il 15 febbraio 1968, data dell’occupazione della facoltà di Lettere e dell’inizio di un periodo di grandi movimenti sociali e civili. Accanto alle ricorrenze storiche sono segnalate anche le feste calendariali tradizionali, come il carnevale, il Segalavecchia, il cantamaggio o la svinatura per S. Martino, momenti di una espressività popolare in un contesto ormai del tutto superato, ma che continuano a riemergere nella ricerca di una nuova funzionalità, testimoniando una capacità popolare di indipendenza dai modelli culturali dei mezzi di massa, pur con tutte le contaminazioni necessarie. C’è poi lo scorrere del “tempo comune”, del giorno per giorno, che nel Calendario civile diventa l’occasione per ricordare gruppi, associazioni, personalità della cultura, della politica, della vita civile, che tutti insieme hanno contribuito alla crescita sociale, democratica e culturale della città. In questo modo, il Calendario civile ha consentito la riscoperta di una fitta trama di lavoro, di lotte, di sforzi collettivi di cui le ricorrenze sono in realtà solo il segno di riconoscimento pubblico. Questa terza edizione è stata dedicata in modo particolare alle donne che, in tale lavoro collettivo, spesso sono rimaste in seconda fila o in ombra pur costituendone la base affidabile, insieme a tanti uomini. Naturalmente, già nelle due precedenti edizioni erano presenti alcune figure di donne di grande rilievo nella storia cittadina, dalle risorgimentali come Maria Bonaparte Valentini o Marianna Florenzi a una industriale come Luisa Spagnoli, dalle scrittrici dell’Ottocento a pittrici, poete, artiste, intellettuali del XX secolo: ma in questa nuova edizione si sono messe in evidenza molte altre donne che hanno operato nella società, a tutti i livelli, con un coinvolgimento pubblico che cresceva parallelamente alla conquista di nuovi spazi, di nuove libertà, di nuovi diritti. Certo spiccano i grandi momenti di svolta democratica, dalla Resistenza alle lotte per l’aborto e per i diritti civili, ma ciò che mi colpisce in questo quadro della presenza femminile è l’impegno quotidiano nella democratizzazione e apertura dei servizi di cura, che non sono certo l’unico terreno in cui si esprime oggi la capacità operativa delle donne, ma che soprattutto in passato le hanno viste protagoniste: dai servizi psichiatrici alla attività culturali diffuse, dalla medicina scolastica all’istruzione, dalla salute alla cura del territorio. Una attenzione particolare è dedicata anche all’associazionismo femminile.
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