Guglielmo Miliocchi e Luigi Piastrelli, due simboli della storia democratica di Perugia
Le istituzioni, il Comune in primo luogo, devono prendere le distanze dal gesto ignobile non solo con vaghe dichiarazioni, ma con atti importanti, cominciando soprattutto a evitare ogni ammiccamento, ogni mezza posizione e intervenendo con decisione, con fermezza. Il caso del mercato coperto, con l'esposizione aperta del fascio, è un caso esemplare
Le ignobili scritte sul busto di Guglielmo Miliocchi e sulla lapide di Luigi Piastrelli sono un segnale molto brutto per la nostra città.
Le istituzioni, il Comune in primo luogo, devono prenderne le distanze non solo con vaghe dichiarazioni, ma con atti importanti, cominciando soprattutto a evitare ogni ammiccamento, ogni mezza posizione e intervenendo con decisione, con fermezza. Il caso del mercato coperto, con l'esposizione aperta del fascio, è un caso esemplare. Gli esponenti di destra si sono subito affrettati a dichiarare le scritte opera di un "imbecille". Certo, chi scrive slogan fascisti non dimostra mai molta intelligenza: ma bisogna prendere in considerazione due elementi: 1. Il contenuto delle scritte non è stato partorito dal debole cervello del loro autore: quei discorsi echeggiano negli ambienti della destra estrema, e sono ripetuti sottovoce anche in quelli della destra meno estrema. Chi le ha tracciate ha ripetuto tristi concetti che ha sentito in tali ambienti: per questo le istituzioni, a cominciare dal Sindaco, devono agire concretamente, con forza, per isolare quei concetti e chi li professa. Le mezze parole, le affermazioni di antifascismo non seguite dai fatti non bastano più. 2. Le scritte hanno colpito due personaggi importanti della nostra storia democratica, due personalità di grande respiro morale e civile, ma probabilmente non abbastanza noti al grande pubblico. Come ha fatto "l'imbecille" a individuarli e a ritrovarne i segni, posti tra l'altro in luoghi neanche tanto appariscenti? Viuene da pensare che "l'imbecille" - ma diciamo meglio: il fascista - conosce bene la storia cittadina, e cerca di ripetere le gesta squadriste del fascismo (per ora solo col pennarello, ma chissà...). Oppure qualcuno gli ha indicato gli obiettivi da colpire: un altro fascista, ancora più vigliacco. Per questo invitiamo tutti, e in particolare le istituzioni, a non sottovalutare il gesto fascista e a segnare una netta linea di separazione da quella cultura di morte e di disprezzo. Ma con i fatti, con le scelte concrete, non con vaghi comunicati.
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