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Sfregiato il busto di Guglielmo Miliocchi
Penosi e odiosi rigurgiti da cui le istituzioni devono prendere le distanze, e non cedere ad ammiccamenti disonorevoli. I commenti di Primo Tenca e Vanni Capoccia

(nella foto, il busto con la scritta in fase di cancellazione)

Tirare una linea netta con il fascimo

Vedete cosa succede, quando non si tira una linea netta con il fascismo?
È già la seconda volta!
Il sottoscritto aveva provveduto mesi fa a cancellare la scritta precedente.
In serata provvederò di nuovo, non la do vinta a certi rifiuti a due zampe.

Primo Tenca

un commento su fb:
Romizi dirà che anche questo non va cancellato perché è storia?

Uno sfregio a "Memmo" Miliocchi e a Perugia

Guglielmo Miliocchi, fervente repubblicano, diceva di aver vissuto tutta la sua vita nella fede in Mazzini. Lo ha fatto in un periodo nel quale l’Italia era monarchica e successivamente anche fascista. Questo, sebbene fosse diplomato maestro elementare, lo ha fatto vivere in gravi ristrettezze economiche vendendo giornali.
Solo negli ultimi anni della sua vita è riuscito a veder realizzato il suo ideale repubblicano. Quando morì in una casa di Porta sant’Angelo Fedeli capo stalinista del Partito Comunista in un’Italia divisa dai blocchi politici portò i giovani consiglieri comunali del suo partito tra i quali Francesco Innamorati a rendere omaggio alla sua salma.
È stato il punto di riferimento ideale dei repubblicani perugini e umbri, un massone dei più alti gradi che mai ha approfittato di questo, giornalista, un uomo solo e buono. Aveva anche una grave scoliosi che lo aveva deformato nel fisico che non gli impedì di andare come volontario garibaldino a combattere alle Argonne contro i tedeschi e gli austriaci all'inizio della Prima guerra mondiale.
Basta parlare con chi lo ha conosciuto, purtroppo ne sono rimasti pochissimi, per vedere luccicargli gli occhi e sentire il racconto della sua onestà, rettitudine, povertà e  bontà.
Ora Miliocchi è ricordato a Perugia da una lapide alla Sala Miliocchi nel borgo perugino dov’è morto e con un busto in marmo ai giardini di sant’Ercolano, che per la seconda volta è stato sfregiato, in questi giorni con la scritta “scimmia ebrea”.
Accanirsi contro l’immagine di un uomo di tale spessore ideale, di una tale rettitudine e umanità è di una cattiveria inaudita. Ed anche specchio del degrado di una comunità che non riesce a reagire con la moralità necessaria a questi sfregi contro "Memmo" Miliocchi e la sua città Perugia.
Vanni Capoccia




Inserito martedì 31 agosto 2021


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