La risposta di Romizi è del tutto inadeguata
Qui non parliamo di una casa privata, ma di un edificio comunale che dovrà diventare una promessa per la rigenerazione del nostro centro storico. I simboli del potere hanno sempre una valenza che va al di là del manufatto. La scelta della nostra amministrazione porta solo benzina al fuoco di questo riemergere del fascismo
(nella foto: il restauro del Mercato, come dovrebbe essere) Ho letto la risposta del sindaco, alle critiche venute da più parti, per il restauro del fascio littorio al mercato coperto. Io sono stato tra quelli che hanno fortemente criticato questa scelta. Ho sperato fino all’ultimo che ci fosse la volontà da parte di Andrea, di evitare questa ulteriore divisione dell’opinione pubblica cittadina, come già purtroppo avvenuto con Braccio Fortebraccio, speranza finita nel nulla. Amici carissimi mi rimproverano di cercare sempre il dialogo, nonostante spesso risulti infruttuoso, ma io credo alla forza del ragionare e al buon senso che ci dovrebbe animare, come figli di una stessa comunità. Dicevo che ho trovato la risposta di Romizi, del tutto inadeguata. È la risposta di un uomo di parte e non di un sindaco che dovrebbe avere a cuore anche il parere di chi non l’ha votato. Siamo una città capoluogo di regione, con millenni di storia, forse meritiamo un po’ di più. Ma torniamo ai fatti: qui non si tratta di demolire un simbolo del regime fascista, questa cosa era già stata fatta dopo la dittatura. Qui si è verificato l’esatto contrario, ossia un simbolo del regime, cancellato da chi ci ha preceduto, viene volutamente ritirato fuori e restaurato. Ossia c’è dietro una volontà politica, di riscrivere la storia a propria immagine e somiglianza e tante altre iniziative prese da più parti, vanno in questa direzione. Vogliamo far finta di non vedere il clima di odio e di razzismo che sta salendo in questo paese? Anche qui da noi abbiamo avuto tanti segnali. Un ragazzo segretario di assessore fa il saluto fascista al grido di boia chi molla, senza nemmeno sapere di cosa parla. Dopo il tentativo di assaltare la Casa Bianca, contro la vittoria di Biden, una nostra assessora si è vestita da sciamano, come uno degli assalitori. Avete ascoltato una parola di biasimo dal nostro sindaco? Si vuole togliere il nome ad un parco dedicato a Falcone e Borsellino, per intitolarlo al fratello di mussolini. Potrei citare centinaia di episodi di questa natura. La scelta della nostra amministrazione, va in questa direzione e porta solo benzina al fuoco di questo riemergere del fascismo, in tutte le sue forme. Se non si capisce questo, o si è in malafede o non si capiscono i fenomeni sociali in corso. I nostri giovani fascisti ci andranno orgogliosi in pellegrinaggio: viene a vede quant’è bulo! Qui non parliamo di una casa privata, ma di un edificio comunale che dovrà diventare una promessa per la rigenerazione del nostro centro storico. È con queste premesse che vogliamo ripartire? Gli operatori economici che scommetteranno su questa impresa, saranno contenti che ad accogliere i futuri clienti ci sia il simbolo di una dittatura feroce? Io come ho già scritto, non ci metterò piede e vedo che in tante/i la pensano come me. I simboli del potere hanno sempre una valenza che va al di là del manufatto. Ho messo qua sotto, una foto della rocca paolina in demolizione. Pensate un po’, altro che fascio! Il comune dell’epoca, con delibera unanime, decise che la rocca andava demolita, perché rappresentava più di tre secoli di tirannia e di quella oppressione non doveva restare traccia. Da ultimo, la cosa meno elegante, per usare un eufemismo. Il nostro sindaco, per giustificare la sua decisione, si aggrappa al parere di uno storico: il prof. Alberto Grohmann. Vorrei ricordare ad Andrea, che siamo venuti nel tuo studio con il prof. Grohmann e altri studiosi, per chiederti di non costruire quel manufatto orribile all’interno degli Arconi, ma è stato come parlare al muro. Grohmann si è pure espresso più volte contro Perugia 1416, hai tenuto conto di ciò? Poi la cosa più grave di tutte: lo avete indicato per l’iscrizione all’albo d’oro della città, ma poi la tua maggioranza ti ha votato contro, una bella figura! Io mi sarei dimesso a quel tempo, tu sei ancora lì, è una questione di rispetto e di sensibilità umana, potevi pure fare a meno di citarlo. Grazie.
Primo Tenca
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