Dopo gli ultimi provvedimenti governativi per il superamento del lungo periodo in cui si è diffusa l’epidemia, finalmente, come si dice, la luce si scorge in fondo al tunnel. Così anche le comunità più piccole, come San Martino in Campo, cercano di recuperare la normalità.

Anche il locale Centro di Vita Associativa potrà riprendere le sue attività e riconquistare una socialità acquisita nel tempo, ma costretta fra i lavori di ristrutturazione e la diffusione dell’epidemia. Va però detto che non c’è stata alcuna disponibilità al confronto con l’ente locale che avrebbe dovuto chiarire qualsiasi intervento e ancora tutto scorre senza che si verifichino interessi particolari da chi avrebbe dovuto garantire le procedure e il rispetto dei tempi di consegna dei lavori.

Inoltre il lato più negativo di oggi è il degrado in cui versa il locale parco che è un’area pubblica all’ingresso del paese, nata per volontà popolare ormai molti anni fa, attraverso l’esproprio contro una proprietà che aveva presentato un progetto per la realizzazione di un nuovo complesso urbanistico con le conseguenti cementificazioni.

È vero che il mantenimento dello spazio troppo spesso invaso dai rifiuti solidi urbani è affidato alla Gesenu, una ditta di servizio pubblico, ma il difetto sta soprattutto nell’utenza con il suo sovraffollamento stagionale.

Comunque la notizia è che agli inizi di luglio le attività riprenderanno con la riattivazione del Centro Socio Culturale “Gabbiano” anche se la presenza dei volontari ha continuato ad agire per quanto possibile. A tutt’oggi la speranza più bella è data dalla ripresa delle attività del locale club la Dolce Arte che raccoglie tanti giovani di tutte le età perché loro rappresentano il futuro del nostro territorio.