La Valle del Rio? Fuori dal tunnel!
È ben vero che una scorciatoia accorcia il percorso (di scorciatoie abbonda la nostra società), ma l’inquinamento non si accorcia affatto, anzi, al contrario, si propaga: diminuiscono i chilometri di strada, ma aumentano traffico e inquinamento!
È proprio vero che ognuno di noi guarda quello che vede e riconosce ciò che conosce. Se dobbiamo però chiudere gli occhi senza sapere donde veniamo e dove andiamo, forse varrebbe la pena di aprirli. Senza un’opportuna coscienza dei luoghi, si rischia di produrre disastri ambientali, danneggiando il contesto umano, geologico, biologico e paesaggistico. In che modo può ritenersi sostenibile un’arteria autostradale che fa da supporto a un investimento fallimentare, come quello del Minimetro? Si, proprio il minimetro, che fa da catalizzatore, da vero dittatore nelle scelte urbanistiche che in tal modo vengono regolarmente snaturate, a favore di sterile autocompiacimento, e omologazione diffusa che porta solo povertà. Ci sarebbe da vergognarci: contrariamente agli indirizzi europei, stiamo perdendo la preziosa occasione di utilizzare importanti risorse economiche per elaborare progetti connessi con le vocazioni del territorio. Non basta tracciare una linea su una carta geografica, se non esiste un opportuno coinvolgimento da parte di un équipe multidisciplinare. Come si fa ad asserire che una scorciatoia attenua traffico ed inquinamento? Vi siete domandati che mole di materiale venga estratto con una galleria? Qualche milione di tonnellate, una mole di terra tale per costruire un’altra collina. Un quantitativo abnorme che sulla carta non viene esaminato. Altro che 42 milioni di euro! Considerando poi che le gallerie non saranno a carreggiata unica, ma a doppio senso di marcia, di gallerie bisognerà farne due, per ogni tratto e appaiate. Se non è perversione questa, ditemi voi. Quanti milioni di euro di spesa ci toccherà aggiungere, visto che parliamo di sostenibilità? Poveri figli nostri! È ben vero che una scorciatoia accorcia il percorso (di scorciatoie abbonda la nostra società), ma l’inquinamento non si accorcia affatto, anzi, al contrario, si propaga. Prevale la proporzionalità inversa: diminuiscono i chilometri di strada, ma aumentano traffico e inquinamento! Una nuova strada che raggiunge la conca di Pian di Massiano, con passaggio incessante di mezzi di ogni sorta, stravolge irreparabilmente e danneggia l’ambiente. Non a caso il saggio Vitruvio raccomandava che nel tracciare una nuova strada si contemplasse la direzione dei venti, per scongiurare l’apporto di polvere sulla città, in quanto nociva per la salute. Oggi, oltre alla polvere, arrivano anche i particolati cancerogeni, forieri persino di peste da covid. Se ci fosse unità, se la “politica” vigente, anziché amministrazione di denaro e di affari, fosse amministrazione di valori, elaborerebbe progetti tesi ad arginare, invece che incrementare, la congestione automobilistica, con i suoi cronici egoismi. Come sulla tastiera di un pianoforte, vanno scelti i giusti tasti per realizzare l’armonia, così nei progetti di sviluppo territoriale vanno scelti i giusti termini di attuazione, per un adeguato esito armonico. A questo punto non ci resta che scrivere all’Europa per informarla di questa dispersione, smarrimento e confusione a cui il “Piano Nazionale Ripresa e Resilienza Umbro” ci induce. Sostenibilità, transizione ecologica e tutela ambientale non sono semplici parole ma concetti irrinunciabili. I bucolici cocuzzoli, che contornano da sempre l’amena Valle del Rio, meriterebbero qualcosa di più che non un deturpante traforo stradale fuori luogo. Meriterebbero piuttosto dei progetti tesi a valorizzarne la congenita vocazione naturalistica.
Mauro Monella
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