Ombre pesanti sul processo Agriflor
Non importa che non sia stata dimostrata, e neanche pretesa, la sentenza di assoluzione, perché quello che conta non è accertare la verità, ma trovare l’espediente per mettere tutti a tacere, quale la prescrizione
Il 22 aprile 2021, presso il Tribunale di Perugia, si è tenuta l’ennesima udienza dibattimentale del processo, che vede imputata l’Azienda “Agriflor” di Villa Pitignano, per violazioni autorizzative e abusi edilizi. E per l’ennesima volta la seduta è caduta nel vuoto del nulla di fatto, con conseguente ennesimo rinvio al 17 giugno 2021, ormai a soli due mesi dalla fatidica data della fine del processo per avvenuta prescrizione, che cadrà ad agosto!
Niente di nuovo né di strano, si dirà, visto che ormai tutti i capi di imputazione a carico della suddetta azienda stanno cadendo uno ad uno per lo stesso motivo: prescrizione! Tutte le accuse vengano cancellate, né importa che non sia stata affatto, non dico dimostrata, ma addirittura neanche pretesa, la sentenza di assoluzione, perché quello che conta non è accertare la verità e giungere ad una sentenza equa e ragionevole in punto di diritto, ma trovare l’espediente per mettere tutti a tacere, quale appunto la prescrizione del reato. Già sorprende l’avvicendamento del Pubblico Ministero, a pochi mesi dalla prescrizione e comunque in una fase ormai avanzata del processo, per cui le “carte” del processo sarebbero ora passate dalle mani della dott.ssa Comodi a quelle del dott. Abbritti, che naturalmente, sinora, poco sapeva della storia del processo, dei suoi imputati, della causa per cui esso è nato. Ma non basta: per la seconda volta in due udienze successive, era prevista la testimonianza di un funzionario dell'Agenzia Arpa, che in passato ha eseguito sopralluoghi nell’azienda in questione, come da verbale del 31 ottobre 2000, su sollecitazione dei cittadini, esasperati dalla puzza proveniente dalla lavorazione dei rifiuti. Ebbene, esattamente coma la volta precedente, anche questo secondo teste, il geometra Claudio Menganna, ha desolatamente sostenuto di non ricordare e di non aver mai effettuato sopralluoghi presso Agriflor per conto dell’Arpa, e comunque spiegando di appartenere ad un distretto diverso di tale agenzia, quello di Bastia, mentre l’attività della ditta Agriflor ricade nel distretto di Perugia, le stesse parole pronunciate dal suo collega, il per. Ind. Antonio Bagnetti, quando era stato sentito nella precedente udienza. A questo punto, al giudice non restava che congedare il teste e, rammaricandosi che fosse stato citato anche stavolta un teste che nulla sembrava aver a che fare con il caso in discussione, rinviava il processo a nuova data, nonostante i suoi sforzi di cercare di concluderlo prima della fatidica prescrizione. La desolazione sta nella non rispondenza delle due testimonianze con il predetto verbale, che riporta le firme dei due funzionari Arpa, in cui non solo si contestano tutta una serie di irregolarità, ma si mettono anche in luce comportamenti anomali della Provincia di Perugia, che prima aveva negato le autorizzazioni e poi le aveva improvvisamente concesse, tutto nell’arco di pochi mesi. Tutto questo sembra fantasia eppure, ohimè, è realtà processuale, a discapito dell’ambiente e della nostra salute.
Comitato spontaneo antipuzza di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano
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