Ancora sul Cva di San Martino in Campo
Si continua a non riconoscere pari dignità tra il centro storico e le periferie
A San Martino in Campo nel comune di Perugia la ormai annosa questione della ristrutturazione del locale Cva è tutt’altro che conclusa. A più riprese se ne è interessata anche la stampa locale.
Il governo del territorio è competenza dell’ente locale che continua, però, a mantenere una sua posizione che è quella di non decidere. Ed è un giudizio oggettivo che va al di là delle appartenenze politiche. Il problema è che si continua a non riconoscere pari dignità tra il centro storico e le periferie. Come si ricorderà nel settembre del 2019 il cosiddetto centro di vita associativa di pubblica proprietà doveva rimanere inagibile per circa quattro mesi per alcuni interventi dovuti alle nuove direttive per la sicurezza del sito. In pratica dopo avere superato diverse peripezie ancora oggi i locali non possono essere pronti. Tanto che l’incidenza della diffusione epidemica mondiale si è utilizzata come alibi ed è sempre stato inutile chiedere spiegazioni all’autorità pubblica. Così l’unico soggetto responsabile è sempre rimasto il centro socio culturale Gabbiano delegato alla gestione dello stabile e del suo uso. Ma in tutto questo è mancato anche il sostegno delle altre strutture associative che avrebbero dovuto assolvere alla funzione di protezione e sviluppo. Adesso dopo tanti mesi si potrebbe correre il rischio di perdere una realtà associativa che raccoglie centinaia di iscritti ed è libera e democraticamente gestita.
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