Il bosco che c’è
Un agile volumetto”, pensato e scritto da Paolo “Pablos” Parigi: un “manuale giocoso” che spiega il lavoro del selvicoltore
“Caro Carpino Nero – tuona il Pino col suo vocione – perdi le foglie durante l’ inverno e non ti occupi di proteggere il terreno durante le piogge e poi mi sfrutti. Vuoi insediarti e coprire il suolo come se fosse tuo e della Roverella. Assurdo! Ahhh! Per non parlare delle estati molto siccitose... ti inaridisci e come un avaro, riduci la vegetazione. La Roverella, dal canto suo, ama farsi solleticare dalle larve, le famose Processionarie. Ancora più assurdo! Un comportamento il vostro proprio incomprensibile”.
È questo un frammento tratto da “Gualdo umbroso” la prima delle tre storie che vanno a comporre un agile volumetto, titolo “Il bosco che c’è”, pensato e scritto da Paolo “Pablos” Parigi (edizioni Joelle, 2020), con le illustrazioni di Elias Giulivi e Lorenzo Filippi. Definito “manuale giocoso” spiega – anche in forma di favola per tutte le età – il lavoro del selvicoltore, in un contesto dove è presente il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), segnatamente la bassa Valnerina ternana. La “martellata” è una pratica legata all’utilizzazione del bosco, effettuata – appunto - con un martello recante, nella propria testa, inciso il timbro col numero dell’ordine di appartenenza e il nome del professionista che ha effettuato la selezione degli alberi che non vanno tagliati nelle operazioni di ceduazione dei boschi: il colpo secco che viene inferto sul tronco lascia un vero e proprio timbro di riconoscimento. In Umbria, le piante scelte sono contrassegnate con la vernice rossa. In Umbria è una pratica particolarmente diffusa nei territori interessati da usi civici con l’assegnazione del legnatico agli utenti residenti delle Comunanze Agrarie. Inoltre, i proprietari di boschi in queste zone si occupano di gestire i loro possedimenti, tanto da consentire un notevole sviluppo della filiera del commercio del legname su tutto il territorio dell’Italia centrale. Paolo Parigi è dottore forestale che vive in Umbria. Dopo essersi formato a Torino ha praticato la sua professione in Piemonte e nelle regioni settentrionali guidato da un docente come l’agronomo Marco Moschini. Proprio Moschini, nella prefazione al libro, definisce l’Umbria una realtà “dove boschi e foreste sono davvero governate”: una valutazione che merita qualche riflessione a proposito delle politiche applicate alla gestione del patrimonio boschivo. (dalla rivista "Nuove ri-generazioni Umbria")
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