16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

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La (vera) conquista della Luna
Venerdì 22 maggio, ore 17,30

Associazione Culturale Corcianese Astrofili
(ACCA) di Corciano

presso la Biblioteca "G. Rodari" di S. Mariano di Corciano:


La (vera) conquista della Luna

Le osservazioni e i testi di Galileo Astronomo
di Maurizio Caselli
ingresso libero

La (vera) conquista della Luna

Proviamo per un momento a metterci nei panni di Galileo la sera in cui, perfezionato il cannocchiale già da qualche anno mero giocattolo da fiera opera di un occhialaio olandese, decide di puntarlo verso il cielo ed in particolare sul nostro satellite naturale: la Luna.

Per la quasi totalità delle persone della sua epoca la Luna era quella descritta da Aristotele: "levigata, uniforme e perfettamente sferica"; all'improvviso all'occhio di Galileo, che saggiamente non osserva la Luna piena ma in fase e lungo il terminatore, il confine cioè tra il dì e la notte, questo gli appare "tracciato da una linea ineguale, aspra e assai sinuosa".

La Luna insomma possiede valli, montagne, gole, dislivelli proprio come la Terra! Galileo ha compreso e svelato la natura di roccia del nostro satellite, in tutto simile alla Terra e per questo riconducibile alle corruttibili cose del mondo sub lunare.

Egli ha veramente conquistato la Luna!

Forse non è un caso che i 400 anni da queste osservazioni, cadano nel quarantennale dell'altra "conquista" della Luna, quella celebrata con vischiosa retorica come impresa eroica, epico evento.

A confrontarle queste due conquiste ci si rende immediatamente conto che l'unica vera, pagata anche a caro prezzo, è quella di Galileo la quale ha consegnato a tutta l'umanità la liberazione del pensiero.

Nessun razzo sferragliante, per quanto accecante possa essere il suo bagliore, potrà mai togliere a Galileo il primato di aver conquistato l'universo e di averci fatto posare sulla Luna, non il piede che calpesta, ma uno sguardo nuovo che tutto lascia intatto, tranne la coscienza di colui che ha guardato.

Da quelle prime osservazioni gli strumenti ottici sono enormemente migliorati, ma il fascino dell'osservazione è rimasto inalterato, e per molti contemplare la superficie lunare, sia con piccoli che grandi telescopi, è una passione che non trova fine.

Man mano che la luce solare modifica impercettibilmente le ombre e i rilievi assumono aspetti diversi, all'occhio attento non sfugge una vetta, una valle o un'ombra spezzata, eguale e mai identica nel ciclo del mese sinodico.

Nonostante le attuali, straordinarie conoscenze scientifiche, con un modesto telescopio possiamo rivivere ogni volta l'emozione che provò Galileo.

Quella sera in cui ci conquistò la Luna.




Maurizio Caselli

Inserito martedì 19 maggio 2009


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