Ridateci le panchine!
Utili per soddisfare i diritti del pedone e per riconsegnare l’ambiente alle esigenze primarie delle persone
Visto che nessuno ci degna di ascolto, caro San Costanzo, in questo giorno (29 febbraio) di celebrazione in tuo onore non sarebbe forse il caso, difronte alla tua chiesa, di collocare una nuova accogliente seduta per coloro che attendono placidamente un tuo segno di tacita approvazione, un occhiolino? Già che ci sei, caro patrono, tu che ci vedi dall’alto dei cieli e che sei avvezzo a non battere ciglio su tante questioni, sai dirci, per caso, chi abbia preso le panchine del belvedere di Porta Sole? Era da una vita che ospitavano frotte di turisti bramosi di ammirare in santa pace e comodamente seduti il panorama mozzafiato. Anche ai residenti non dispiaceva di trascorrere un quarto d’ora di sosta a riflettere o leggere il giornale sotto l’ombra dei lecci. Secondo te, dove dovremmo sederci adesso, dopo che le hanno divelte e portate chissà dove? Forse sui cofani delle invadenti automobili? Triste argomento questo delle sedute cittadine! E non solo limitato a Porta Sole. La civettuola piazzetta di Corso Cavour proprio difronte alla ex chiesa di Santa Maria di Colle, oggi Auditorium Marianum, sarebbe un prezioso salottino adatto ad una eccelsa fusione tra architettura e musica, se solo fosse adeguatamente attrezzata. Qualcuno espresse il desiderio in tal senso e qualcun altro, poi, si prese l’impegno che non è mai stato onorato. Insieme al professore di musica, che ben conosci, gradiremmo se tu operassi un piccolo prodigio. Ci permettiamo, caro San Costanzo, di citare come buon esempio, purtroppo finora isolato, la panchina, da non molto tempo installata nel tratto centrale di via dei Priori. Esempio di buon progetto, utile per soddisfare i diritti del pedone e per riconsegnare l’ambiente alle esigenze primarie delle persone. Aiutaci tu, San Costanzo, a far comprendere quanto sia importante investire in capitale sociale, riportando al centro dell’economia il sano e vitale artigianato detentore delle capacità tecniche e scientifiche tradizionali. Solo così si può sperare di salvaguardare la sopravvivenza fisica e il connotato storico della città. Caro San Costanzo, fai capire tu l’importanza di tornare al vitale connubio tra casa e bottega. Non è solo questione di cultura e civiltà, ma anche e soprattutto di corretto utilizzo della città. Ti saremmo riconoscenti se potessi fare in modo che ci siano restituite le preziose panchine che Porta Sole reclama. Con l’occasione ti auguriamo un buon onomastico.
Mauro Monella
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