Ecco come si smantella la sanità pubblica
La Giunta Tesei doveva proteggere le cose più preziose che un paese ha, la sanità e la scuola: non ha protetto né l'una né l'altra
1. L'Umbria, regione libera da Covid, si è trovata completamente indifesa di fronte alla nuova ondata della pandemia. Se è successo è perché la Presidente della Regione Tesei e il suo assessore alla sanità Coletto poco o nulla hanno fatto per trovarsi preparati ad affrontarla. Non è successo per incapacità, è accaduto perché la Tesei è stata eletta e Coletto è venuto in Umbria dal Veneto, per smantellare la sanità pubblica a favore della privata (non a caso il Corriere dell'Umbria di proprietà di un ras della sanità privata li ha completamente appoggiati). Il modo usato per farlo che la destra usa in Italia è molto semplice e sperimentato: non si investe nel pubblico, che automaticamente si impoverisce e decade a favore della sanità privata che si arricchisce. Ecco perché non hanno investito nella sanità pubblica. Ora grazie all'epidemia trasformeranno gli ospedali di Spoleto e Pantalla in ospedali covid ed hanno già annunciato che lavorano per consentire a equipe di questi ospedali "di avere spazi in altri ospedali". Non hanno detto in altri ospedali pubblici, ma "altri ospedali". Ecco come si smantella la sanità pubblica approfittando del covid: Pantalla non tornerà più ospedale e Spoleto lo ritornerà indebolito. 2. La Presidente della Regione Umbria ha trovato una regione praticamente libera da Covid. Eppure pur beneficiando di questa situazione e amministrando una piccola regione non complessa come possono essere le grandi non è riuscita a potenziare un servizio, non ha aumentato i posti nelle rianimazioni ed ora l'Umbria è una delle regioni più colpite - se non la più - dalla nuova ondata dell'epidemia. Di fronte a questo l'unica soluzione che prende è contro le scuole riportando parte degli studenti alla Didattica a distanza. Doveva proteggere le cose più preziose che un paese ha, la sanità e la scuola: non ha protetto né l'una né l'altra.
Vanni Capoccia
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