Serve un forte segnale di discontinuità all'Università per Stranieri
Dare l’impressione che i potenti e i ricchi possano ottenere diplomi e riconoscimenti senza sforzo alcuno, è un pessimo modo per rilanciare un’immagine già sbiadita della importante istituzione per stranieri nel nostro Paese
“Il caso Suarez è preoccupante sotto diversi aspetti. Sarà la magistratura, naturalmente a ricostruire fatti ed eventuali reati, ma in ogni caso l’Università per Stranieri di Perugia, uno dei simboli dell’apertura internazionale della città, “ambasciatrice" della lingua e della cultura italiana nel mondo, rischia seriamente di cedere sotto questo ennesimo colpo. Sarebbe opportuno, per questo, attendersi dai vertici dell’Ateneo un gesto di grande chiarezza, per il bene e nell’interesse dell’istituzione, di chi ci lavora e della città tutta". Così in una nota Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria, e Domenico Maida, segretario generale della Flc Cgil Umbria. “Da tempo l’Università per Stranieri vive una crisi profonda - continuano i due rappresentanti sindacali - in termini prima di tutto di nuove iscrizioni, ridotte ai minimi storici. E poi ci sono le ormai annose e ricorrenti inchieste della magistratura che gettano pesanti ombre sull’operato dell’amministrazione universitaria". A tutto questo ora si aggiunge il nuovo deprecabile episodio, finito sulle prima pagine dei giornali di tutto il mondo: “Dare l’impressione che i potenti e i ricchi possano ottenere diplomi e riconoscimenti senza sforzo alcuno, mentre gli studenti comuni devono studiare duramente per conseguire gli stessi risultati, è un pessimo modo per rilanciare un’immagine già sbiadita di quella che è stata la più importante istituzione culturale per stranieri nel nostro Paese. Di fronte al silenzio imbarazzante delle istituzioni locali, Comune e Regione in primis - concludono Sgalla e Maida - la Cgil, nell’interesse prima di tutto delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Università per Stranieri, chiede con forza segnali di discontinuità e rinnovamento. Ne va del futuro di una istituzione fondamentale per l’Umbria”.
Cgil Umbria
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