Perugia 6141
Braccio parla e ride: "Ma quanto siete cojoni? Invece di perdere tempo co sto 1416, ‘n sarebbe meglio pensare al 6141 e al futuro? Non vi siete accorti che il futuro ci viene incontro velocemente, anche se contromano? A che vi serve la messinscena? A spender quattrini inutilmente"
“Perugia 1416”: grande manifestazione celebrativa, rievocativa della figura del capitano di ventura da Montone. Grande sfoggio con parate in costume d’epoca, gare e tornei, che si protraggono per giorni. D’accordo ma… siamo sicuri che a capitan Braccio sarebbe piaciuto tutto ciò? Forse potrebbe essere proprio lui il primo a non condividere questa liturgia celebrativa, quindi il suo parere sarebbe quanto mai prezioso. Che ne dite in merito? Noi che giusto giusto abbiamo avuto il privilegio di ascoltare la sua opinione, possiamo assicurarvi che anche Lui resta interdetto al cospetto di questa festa del lazzo, della futile ed effimera competizione e della ridicola, deprimente e tronfia mascherata: quanto di più banale si possa organizzare; finalizzato esclusivamente alla mera ostentazione di fasti cortigiani ormai scaduti e avariati. Il sor Braccio, non abituato a perder tempo, va subito al sodo e ci invita a visitare le opere da lui varate, funzionali per il futuro di Perugia e dintorni, come ad esempio le “Briglie” e le “Logge”, da buon lungimirante stratega quale fu, ci invita a riflettere e a diffidare dalle male interpretazioni, infatti: “Celebrare il passato, con certe manifestazioni, significa celebrare uno stereotipo di una forma mentis già distrutta e decaduta, che ben raffigura la corrosione dell’essere”. Braccio parla e ride: "Ma quanto siete cojoni? Invece di perdere tempo co sto 1416, ‘n sarebbe meglio pensare al 6141 e al futuro? Non vi siete accorti che il futuro ci viene incontro velocemente, anche se contromano? A che vi serve la messinscena? A spender quattrini inutilmente. L’arte della guerra non è un gioco; per chi si vuol divertire, non glie bastano i barracconi?" Il Sor Braccio non c’ha tutti i torti; a pensarci bene, ci fa notare che noi abbiamo perso l’abitudine a guardare lontano, non catturiamo più l’infinito come invece facevano abitualmente i popoli antichi, quando si riunivano disponendosi in cerchio, in prossimità di un belvedere, a scrutare l’orizzonte. Esercizio tutt’altro che futile, anzi al contrario stimolante per l’immaginazione, intesa come intercettazione e produzione di idee. Invece di perder tempo con il “1416”, guadagniamo tempo con il “6141”, un festival delle idee, per far sì che Perugia non decada in una sorta di morto e asfittico parco archeologico. Ci darebbe modo di recuperare e raccogliere un consistente patrimonio di pensiero e azione proiettandolo nel nostro progetto di vita. Orbene, visto che Capitan Braccio ci ha graziosamente dato una mano, offrendoci questo notevole suggerimento “a gratise”, non ci siamo sottratti a questo punto dall’invitarlo all’osteria per una propizia e salutare bicchierata de roscio, per un brindisi al 6141. Entrando in osteria, toh, chi si rivede? Niente popò di meno che il nostro buon Generale, capofila di tante, innumerevoli battaglie culturali. E allora...Cin cin!
Mauro Monella
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