Il gioco dei quadrati
Dalla Francia: alla ricerca di un nuovo equilibrio in classe. Quel gioco racconta anche del bisogno d'andare a scuola, che è un luogo della salute
L'impatto è stato sgradevole quando ho visto la foto dei piccoli alunni d'una classe francese giocare, nel piazzale della scuola dov'erano appena tornati, separati dai compagni all'interno d'un quadrato disegnato in terra. L'ho guardata, ho provato un senso di fastidio e nemmeno ho letto la didascalia che l'accompagnava. Ma quella foto tornava fuori come volesse dire “non aver fretta di rimuovermi, guardami meglio”. A quel punto m'è sembrato dicesse, anche se in maniera più diretta e meno ammiccante, la stessa cosa di altre immagini che avevo visto; era simile a quelle con i bambini cinesi con i cappellini che li tenevano a distanza e con i ragazzini danesi a lezione nel parco. Ho immaginato che l'insegnante francese con il "nuovo gioco dei quadrati" stesse spiegando ai suoi alunni il distanziamento fisico e che quei quadrati non separassero ma unissero la classe al tempo del covid. Ho pensato anche che per alunni, genitori, insegnanti non sarà facile tornare in classe, che dovranno farlo imparando come quei ragazzini a convivere non tanto con il virus, perché non potrebbe esserci classe con lui presente, ma con la preoccupazione del virus. Quella della mamma e del babbo che non potranno più proteggere figlie e figli in casa, degli insegnanti che dovranno affrontare una situazione nuova che li costringerà ad abbandonare certezze didattiche e pure loro con figli e genitori anziani di cui preoccuparsi. Quel “gioco dei quadrati” racconta anche del bisogno d'andare a scuola, d'insegnare, d'apprendere, di stare in salute perché se è vero, com'è vero, che la salute è un bilanciamento tra tanti fattori la scuola contribuisce a creare quest'equilibrio. La scuola è un luogo della salute. E l'impegno che studenti, insegnanti, genitori dovranno affrontare sarà quello di trovare un nuovo equilibrio nella classe (cellula primaria della scuola, contemporaneo luogo dell'incontro formale e informale) che potrà essere raggiunto solo se l'affronteranno consapevoli della complessità della nuova situazione, e che le situazioni complesse non consentono scorciatoie ma per essere risolte o ridotte richiedono impegno, ragionamenti, tentativi, cambi di direzione, a volte insuccessi.
Vanni Capoccia
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