Bambina mio, figlio caro... mangia e sta' zitto!
In Italia abbiamo una arcaica visione della famiglia, delle relazioni, dei legami e dei rapporti di forza al suo interno
“In Europa prendono esempio da noi”: quante volte ce lo siamo sentiti dire in questo tempo del corona virus? Ed effettivamente è stato così e la cosa ci ha anche aiutato a reggere le prescrizioni date. Ma l'Europa non ci ha copiato su tutto. Nei confronti di bambine e bambini l'atteggiamento è stato ben diverso, e ora leggiamo che in numerosi paesi europei , a differenza di quanto avviene in Italia, stanno riaprendo scuole. Se questo accade è perché in quei paesi riconoscono loro un diritto di cittadinanza diverso dal nostro ed hanno più presenti quali siano i lori diritti e i loro bisogni. Perché il punto è proprio questo. Chiedersi quali siano i doveri, i diritti e i bisogni di bambine e bambini, per farlo bisogna essere in grado d'osservare il mondo dalla loro altezza con la loro mente, il loro cuore, i loro occhi. Se l'avessero fatto, se avessero avuto il loro sguardo sul mondo avrebbero capito che tra questi bisogni non ci sono solo la mamma il babbo e i nonni, ma anche i compagni di gioco, di classe, le maestre, la classe come luogo immateriale e fisico. E si sarebbero posti il problema, come hanno fatto nel resto d'Europa, di garantirgli questo bisogno. Certo non come lo godevano prima, in maniera diversa più prescrittiva, per meno ore e giorni ma l'avrebbero fatto. E noi adulti così come ci siamo organizzati per andare al supermercato o in farmacia ci saremmo organizzati per consentirgli di godere di questo diritto così necessario alla loro crescita. Credo che uno dei motivi per il quale non sia accaduto è l'arcaica visione della famiglia, delle relazioni, dei legami e dei rapporti di forza al suo interno che abbiamo in Italia. Guscio chiuso, autoreferenziale e non un luogo dove i bambini vengono protetti, amati affinché sin dalla nascita incomincino a mettere le prime piume delle ali che useranno per volare e allargare i loro orizzonti. Visione che ha fatto considerare secondarie persino le cure delle quali bambini e bambine avevano e hanno bisogno demandate ai familiari, confermata dalle recenti decisioni sulla mini apertura a congiunti, “affetti stabili”, parenti. Insomma tutto in un ambito familiare, magari allargato, ma familiare. Una visione per quanto riguarda i bambini da “amore mio, ti voglio tanto bene, ma adesso mangia e sta zitto”. Tra vent'anni in Italia ci saranno adulti che si chiederanno perché i giovani non se ne vogliono andare da casa. Studino la risposta data al tempo del corona virus ai bisogni dei bambini. Troveranno lì uno dei motivi del perché accade.
Vanni Capoccia
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