Muore abbandonata perché trans
Omphalos: non si permetta a chi discrimina di poter adottare. Serve una riforma delle adozioni
Perugia – In questo periodo di emergenza sanitaria, in Italia non si muore solo di Coronavirus, è bene ricordarlo. La triste storia di Alessia, che in questi giorni è balzata alle cronache dei media di tutto il paese, è solo uno dei tanti casi di rifiuto dei genitori verso figli e figlie transessuali o omosessuali. Rifiuto, vergogna e intolleranza che, come nel caso di Alessia, arriva fino all'estremo dell’abbandono nel punto di morte. «Siamo colpiti e molto arrabbiati per la storia di Alessia – dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti – la nostra associazione l’aveva conosciuta quando si era rivolta a noi per informazioni sul percorso di transizione, poi la malattia l'ha costretta a due anni di lotta per la sopravvivenza. Lotta che si è trasformata in un vero e proprio calvario per la completa assenza della famiglia e di un qualsiasi tipo di supporto affettivo ed economico. Una storia di discriminazione e rifiuto che andava assolutamente denunciata e che porta alla luce tutte le contraddizioni del nostro sistema di adozione. Alessia, abbandonata in un orfanotrofio russo all'età di 8 anni, era stata infatti adottata da genitori italiani a quali è stato permesso di abbandonarla nuovamente.» Omphalos raccoglie e rilancia l’appello dell’associazione perugina Spazio Bianco che ha assistito e supportato Alessia nel suo percorso medico. Un appello ad una revisione completa della legge e delle procedure sulle adozioni indirizzato principalmente alla politica e ai parlamentari, a quali spetta intervenire affinché episodi del genere non si verifichino più. «Permettere a persone ignoranti e omo-transfobiche di poter adottare, mentre si continua ad escludere le coppie dello stesso sesso da questa possibilità, è un’ingiustizia che deve finire – continua Bucaioni – Chiediamo ai parlamentari e ai partiti politici di mettere urgentemente in calendario una riforma complessiva delle adozioni e delle relative procedure, che riporti umanità e pieni diritti. Chi non è disponibile ad accettare una figlia o un figlio omosessuale o transessuale non può e non deve poter adottare. Nei prossimi mesi, quando l'emergenza che ha monopolizzato l'intera azione politica lascerà spazio anche ad altro, chiederemo un confronto diretto con le forze politiche di maggioranza affinché questo tema, insieme alla legge nazionale contro l'omo-transfobia, entri subito nell'agenda del nostro parlamento.» Ufficio Stampa
Omphalos Lgbti
|