I bambini non vanno trascurati
Con il prorogarsi delle misure di distanziamento fisico e sociale, si pone un problema di salute che riguarda bambini e adolescenti: non tutti hanno una crescita lineare; ce ne sono di quelli il cui percorso è storto e intessuto di ostacoli
Ci sono volute due politiche donne per ricordarci che il Covid 19 agisce pesantemente anche su bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Sono state la prima ministra norvegese Erna Solberg che ha dedicato loro una conferenza stampa e la neozelandese Jacinda Ardern che ha tenuto un discorso ufficiale dedicato proprio ai bimbi. Non a caso due donne sono riuscite a manifestare empatia verso di loro, avendo evidentemente presente il mondo affettivo dei bambini. Un mondo che non ha un campo lungo e variegato come quello degli adulti, la cui sfera degli affetti è limitata a genitori, nonni, parenti stretti, maestre d'asilo, compagni di classe e d'asilo ed è scandito da tappe sulle quali si concentra la loro attenzione poco prima che arrivino: il compleanno, una festicciola dai cuginetti e amici, il centro estivo, la vacanza, il Natale. Relazioni che hanno perso verso le quali, finora, hanno supplito i genitori costretti a casa con loro e che tra poco, tornando al lavoro, potranno fare con meno tempo e più fatica. Piccole cose e un piccolo mondo per noi adulti, ma non per bambine e bambini perché ogni volta che accadono portano con sé nuove rivelazioni, scoperte, relazioni, affetti sulle quali non si può sorvolare sminuendole pensando “tanto i bambini rimediano, recuperano”. Con il prorogarsi delle misure di distanziamento fisico e sociale, si pone un problema di salute che riguarda bambini e adolescenti del quale deve farsi carico chi gestisce la salute dei cittadini che dopo più di un mese di isolamento è urgente trovi il modo di garantirgli il diritto di crescere sani nel corpo e nella mente. Un problema ancor più impellente se si ricorda che non tutti hanno una crescita lineare: ce ne sono, per fortuna pochi, di quelli il cui percorso è storto e intessuto di ostacoli, che hanno bisogno o a lungo o per un periodo di cure. Terapie per le quali la vicinanza tra loro medico, fisioterapista, logopedista, tecnico è necessaria, non può essere supplita ulteriormente con contatti telefonici o video anche perché il lockdown ha dato loro tutto il tempo per, discutere, ragionare insieme e organizzarsi. Un problema che, nel momento in cui si sta uscendo dall'emergenza, ministro, assessori, dirigenti devono rapidamente risolvere perché una comunità che trascura i propri bambini, che non è empatica verso di loro è egoista e malata. Una comunità storta.
Vanni Capoccia
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