La cincia
Ne “Il libro degli animali”, Mario Rigoni Stern scrive: «…In quella pausa si sentivano ritornare i soliti rumori del bosco: la famiglia delle cince, gli scoiattoli che giocavano sui rami, il ronzio degli insetti, il richiamo dei caprioli…»
Mai vista una primavera così bella. La luce sembra impazzita, è un diamante la testa del serpente, il silenzio concima le ginestre, sono quieti i paesi da lontano. Non insistere a dolerti. Ogni albero è tranquillo e felice di vederti.
(Franco Arminio, 2018) Sereno e senza speranza, esci di casa, guarda. Segui la terra, regala le tue vertebre ai passanti. Alla fine dei tuoi giorni resteranno le tue imprudenze, più che gli indugi resteranno i canti. (Franco Arminio, 2018) È Pasqua, in casa non vai…? sì… certo… …io sto a casa, nel mio nido…
LA CINCIA C'è già la cincia. S'ode il ritmo arguto per la faggeta ancora ischeletrita; marzo folletto a ricantar la invita, cacciando il verno accidioso e muto. Canta essa l'iterato suo saluto a Primavera ancor non apparita; sol verra' quando april le avra' tessuto vesti di fior sull'erba rinverdita. Ma la cincia a chiamarla non si stanca; che' gia' ne sente il timidetto afflato. Se pur l'ultima neve ancora imbianca, qui e la', a chiazze multiformi, il prato e de' sentieri alpestri il muricciolo ha gia' dorate primule in bocciolo. Agostino Mersi «I Paridi (fam. Paridae) sono oggi rappresentati da specie comunemente note coi nomi di cince e codibugnoli. Vi appartengono forme di taglia sempre piccola, con becco corto e conico, robusto e un po’ compresso lateralmente, a volte denticolato alla sommità. Hanno zampe con dita piuttosto corte, unghie ricurve, ali generalmente corte e arrotondate con 10 remiganti [“detto di ciascuna delle penne delle ali degli uccelli che costituiscono le superfici portanti per il volo”] primarie, coda costituita da 12 penne timoniere [“le penne di contorno della coda degli uccelli con funzione di timone nel volo”] e piumaggio abbondante, soffice, generalmente simile nei due sessi. Assai prolifici, questi uccellini possono all’epoca della cova deporre fino a 15 uova per volta». Diverse specie sono presenti o compaiano in Italia, e così in Umbria, da noi: la cinciarella (Cyanistes, già Parus, caeruleus), la cinciallegra (Parus major), la cincia mora (Periparus, già Parus, ater), la cincia dal ciuffo (Lophophanes, già Parus, cristatus), e la cincia bigia (Poecile, già Parus, palustris). Altre cince non sono presenti nella nostra regione. I colori di queste cince sono per lo più modesti, leggo, con toni grigi, nocciola e nero. Fanno eccezione la cinciallegra con il suo addome giallo e il dorso olivastro, e la cinciarella, anch’essa gialla sull’addome ma azzurra sul capo e sulle ali. La nostra, che si sta creando una nicchia al riparo da nemici vecchi e nuovi, è probabilmente una cincia poco “allegra”, ma vivace assai, una cinciarella; per noi semplicemente una cincia, come ci ha detto e confermato Marco. La cinciarella, in Umbria, leggo nel “Secondo Atlante Ornitologico dell’Umbria” (Regione Umbria, 2019), relativo alla distribuzione regionale degli uccelli nidificanti e svernanti (2012-2017), è presente tutto l’anno; è nidificante accertata [sic!]. Essa popola una grande varietà di ambienti provvisti di vegetazione arborea, con preferenza i boschi di latifoglie e per le coltivazioni arboree. Meno utilizzati sono i parchi e giardini urbani e i rimboschimenti di conifere, questi ultimi forse a causa della competizione esercitata dalla cincia mora. È presente dal piano basale fino a quasi 1500 metri di quota, raggiungendo i massimi valori di densità nell’intervallo 600 – 800 metri in primavera e 400 – 600 metri in inverno. Come accennato, in Umbria è assai comune; per essa è stato osservato un aumento invernale; la popolazione nidificante è altresì in aumento sia pur moderato. E attualmente non sembra essere sottoposta a particolare rischi. Altrettanto dicasi per la cinciallegra., anche se rispetto alla precedente è in leggera diminuzione (forse per l’utilizzo di fitofarmaci nelle coltivazioni legnose e l’eliminazione dei vecchi alberi che, con le loro cavità, offrono siti idonei alla nidificazione). Tale cincia, piuttosto adattabile, si insedia in molti ambiente diversi, con preferenza per quelli provvisti di vegetazione arborea, quali boschi di varia natura, coltivazioni arboree, parchi e giardini urbani. Nel “Temporale di primavera”, un racconto ne “Il libro degli animali”, Mario Rigoni Stern scrive: «…In quella pausa si sentivano ritornare i soliti rumori del bosco: la famiglia delle cince, gli scoiattoli che giocavano sui rami, il ronzio degli insetti, il richiamo dei caprioli…». Ecco allora che pur io affianco alla piccola cincia il nostro rosso, lo scoiattolo salvato, e i docili caprioli che spesso qui attorno gironzolano, giocano, convivono… La rondine è ormai bene accoppiata e altre consimili sono appena arrivate per adattarsi nel vecchio rifugio, una protezione sicura…
Daniele Crotti
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