16/07/2024
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La fine dei rifiuti
Si parla di “fine dei rifiuti” cioè di quando un qualsiasi oggetto o materiale cessa di essere definito un rifiuto e diventa “materia seconda” entrando nel ciclo virtuoso dell’economia circolare

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Da molti anni la nostra economia, vorremmo dire basata sulla produzione dei rifiuti anche per stabilire il famigerato Pil, è regolata su questo tema da leggi di competenza europea basate su conoscenze e studi provenienti da ogni paese del mondo (quasi tutto) con lo stesso modello di sviluppo. Infatti la definizione più condivisa di Economia Circolare è quella della Ellen MacArthur Foundation di Chicago: «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».

Questa definizione si scontra con la quotidianità della gestione e anche, tanto per attualizzare, con le situazioni di emergenza come quella odierna. Tuttavia dobbiamo sempre cercare di riportare tutto dentro le leggi esistenti cercando di non legiferare per ogni eccezione, ma rigorosamente mantenere la coerenza con le normative vigenti.

A proposito di coerenza e di “ratio legis” l’approfondimento dell’Avv. Valeria Passeri che si trova qui (https://rifiutizeroumbria.blogspot.com/2020/04/economia-circolare-end-of-waste-il.html) ci dice che la disciplina dell’end of waste è di carattere sovranazionale e nazionale e che, quindi, non può essere delegata alle regioni la determinazione, per alcune tipologie di rifiuto, non disciplinate dalla legge nazionale e sovranazionale, di definirle non rifiuto. Valga come esempio (molto pericoloso) quello dei fanghi che vengono riciclati (e per questo perdono la qualifica di rifiuti diventando materie seconde) come ammendanti in agricoltura, oppure il Css (Combustibile Solido Secondario) che nel 2013 da Cdr (Combustibile da Rifiuti), il ministro Clini per decreto, sostituendo due lettere D ed R con due S ha trasformato in Combustibile, quindi materia seconda e non più rifiuto. Invece il Css è costituto, in varia percentuale, da materiale organico (fino al 45%) plastiche, gomme, fanghi, vernici, ecc (vedi pag. 59 e 60 del Decreto Ministeriale Clini del 6 luglio 2012) e viene bruciato producendo emissioni in aria e ceneri (cioè rifiuti tossico/nocivi).

Per chi volesse approfondire consigliamo di leggere il documento dell’ avv. Passeri a link di cui sopra, ma il messaggio è chiaro, non si può prescindere dall’articolo 117 della Costituzione che attribuisce la potestà legislativa (e regolamentare) esclusiva allo Stato per la tutela ambientale e dell’ecosistema. Quindi noi raccogliamo l’appello per unificare la gestione a livello nazionale sostenendo che la questione venga affrontata, per la tutela della salute, secondo l’art. 32 della Costituzione ed il principio di precauzione riferendoci a quanto puntualmente affermato dal Presidente Sergio Mattarella il 7 aprile us per la GIORNATA MONDIALE DELLA SANITÀ: “Il diritto alla salute è universale e ci chiama a corresponsabilità globale”.



Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero


Inserito domenica 12 aprile 2020


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