La carta dei musei rendeva l'arte meno elitaria e più popolare
Averla abolita è stata una scelta errata dal punto di vista finanziario, culturale, civico
Vorrei fare alcune considerazioni sulla Perugia Card che permetteva l'accesso per un anno a quasi tutti i Musei cittadini compresi i Collegi del Cambio e della Mercanzia che ne hanno causato la fine. La prima che averla abolita è stata una scelta errata anche dal punto di vista finanziario perché non credo che aumenteranno gli incassi di chi ha voluto porre termine a quest'esperienza mentre diminuiranno i loro ingressi: I perugini che avevano la Carta d'ingresso conoscendo già i due Collegi eviteranno di tornarci per non pagare ogni volta il biglietto d'ingresso. La seconda è che i turisti vanno al Collegio del Cambio per gli affreschi del Perugino e che la Mercanzia ne è da questo punto di vista gregaria. Quindi, se il Cambio si comportasse con lei come loro due si sono comportati con la Perugia Card alla Mercanzia entrerebbero poche persone per il semplice motivo che tra le opere d'arte quelle in legno assecondano meno il gusto delle persone che prima preferiscono i grandi cicli di affreschi, poi i quadri, le sculture e per ultimi gli arredi in legno. Terza è che danneggiati non sono stati solo i possessori della Perugia Card. Ma anche i perugini che non l'avevano, l'hanno scoperta dopo l'abolizione e ora dicono “peccato l'avrei fatta anche io” sono più di quanto si possa pensare. Quarta è che i due Collegi, grazie ai lasciti avuti nei secoli da perugini, sono molto ricchi e avrebbero dovuto sentire il dovere di restituire qualcosa ai perugini, non materialmente ma in cultura, facilitandogli l'accesso e la confidenza con i musei comprese le loro sedi, e non rendergliele più lontane e meno accessibili, quindi più elitarie e meno popolari.
Paolo Benedetti
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