21/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> Nella Galleria Kennedy normalmente piove

Nella Galleria Kennedy normalmente piove
Come si permette di parlare di ecologia chi non ha fatto altro che promuovere dispositivi pro-smog? Magari si potesse recuperare la ricchezza di quella economia idraulica che rese possibile la vita sin dalle origini di Perugia

Nessuno è perfetto. Nella smagliante Smart City da terzo millennio che è la nostra Perugia, va serpeggiando da tempo un effetto collaterale accompagnato da repentina e importante avanzata contagiosa. Di solito si interviene su una epidemia diagnosticandone i sintomi per poi valutare gli adeguati rimedi.

Nel caso di Perugia però, il contagio progredisce a livelli talmente subdoli da sfidare in tattica qualsiasi ceppo virale. L’assuefazione al morbo conduce a duplice patologia dominante: quella di chi si esalta nell’infliggere danni al prossimo, e quella di chi propaga ignorantemente l’influenza a vasto raggio.

Questa bizzarra influenza porta a calcolare la quantità a scapito della qualità. Come in ogni epidemia che si rispetti, c’è anche chi non è stato ancora contagiato, ed è costretto a “donchisciottare”. Se i vari Don Chisciotte cittadini si unissero a comporre una forza compatta ed efficace, si potrebbe facilmente smascherare l’ingannevole doppiezza di chi propugna una Perugia “verde” mentre, allo stesso tempo, non fa altro che incentivare una Perugia che sta diventando giorno dopo giorno sempre più scura.

Come si permette di parlare di ecologia chi non ha fatto altro che promuovere dispositivi pro-smog?
Alla luce della affermata e prestigiosa consuetudine di nominare la città “Capitale” di qualcosa, la nostra città con la politica dell’asfalto e del cemento, ha acquisito pieni titoli per essere designata “Capitale dell’inquinamento tumorale” o “Capitale del senza verde”: automobili sopra i tetti e speculazioni edilizie a ogni piè sospinto.

Fortunati quei tempi in cui regnava sovrana l’immunità contro morbi del genere.

Basta dare una semplice occhiata alla Fontana Maggiore. Come nacque il capolavoro? È presto detto: fu il prodotto di un sano connubio tra progettisti, esecutori ed autorità civili e religiose: l’architetto Fra’ Bevignate, il maestro idraulico Boninsegna, gli scultori Nicola e Giovanni Pisano, il metallurgico Rosso “Rubeus” Padellaio. E, a fare da collante, la gente, la cittadinanza, a cui, in fin dei conti, l’opera sarebbe stata consegnata. Portare l’acqua corrente in città, dalla collina di Pacciano, distante 3 chilometri, verso il centro di Perugia tramite un acquedotto, è impresa non indifferente.

Quegli emeriti fautori di opere collettive di eccelso valore, non hanno avuto tutti l’onore dell’intitolazione di una via o di uno spazio cittadino, centrale e ben visibile.

Oggi il morbo sadomasochistico di cui dicevamo prima non consentirebbe di attuare una simile impresa, con impegno corale e costi contenuti. Al massimo verrebbero pianificati costi gonfiati, per attuare un acquedotto-colabrodo che perderebbe acqua più di quella che distribuirebbe… con profitto esclusivo per appaltatori volpini.
Quanti Edoardo Nottola con le mani in pasta sulla città?

Magari si potesse recuperare la ricchezza di quella economia idraulica che rese possibile la vita sin dalle origini di Perugia. Ne sono esempio eloquente, ancora oggi, due manufatti pubblici e di pubblica utilità: il pozzo etrusco di Piazza Piccinino nel colle del Sole, e la cisterna con le capriate di travertino, nell’attuale via Bonazzi, nel colle Landone; uniti da quella che fu la parabola dell’attuale corso Vannucci. Erano i tempi floridi, vivaci e laboriosi sotto la positiva influenza di Tinia e di Castore e Polluce.

In questa contrapposizione tra manufatti di eterna utilità, come pozzi, cisterne, fontane e acquedotti, e la povertà mentale che ci relega nell’ignorarne il valore, si arriva a dire da parte delle Autorità: “alla galleria Kennedy piove ? È normale”.
Se lo dicono loro.

Il ventre della città è ricco di sana e pura acqua che attende di zampillare. Orsù lor Signori, vogliano porgere le autorevoli orecchie ad ascoltare i sani gorgoglii ad arricchimento dell'ambiente cittadino.



Mauro Monella


Inserito sabato 15 febbraio 2020


Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7416470