Consiglio comunale: contro la 'ndrangheta mancava la tensione morale
La maggior parte degli intervenuti, a partire dal Sindaco Romizi, sono apparsi più preoccupati di quello che potrebbe succedere loro o alla loro parte politica che di quello che sta succedendo alla città
Al Consiglio comunale di Perugia che discuteva delle infiltrazioni mafiose in Umbria il dibattito, tranne in alcuni casi, non è stato all'altezza della gravità del problema. Con la maggior parte degli intervenuti che, a partire dal Sindaco Romizi, hanno svolto il compitino, e sono apparsi più preoccupati di quello che potrebbe succedere loro o alla loro parte politica che di quello che sta succedendo alla città. Lasciando un dubbio altalenante tra la loro non piena consapevolezza di quello che è emerso o la troppo consapevolezza. Mancava tensione morale che si percepiva, invece, intorno ai consiglieri comunali. Un pubblico numeroso, preoccupato e attento che non era lì per curiosità o sfogare rancore verso qualcuno, fare propaganda e, tanto per salvarsi la coscienza, come un disco incantato dire che ci vuole l'esercito, ma perché cosciente di quanto sta rischiando Perugia. Consapevoli del fatto che se le mani che spacciano al dettaglio sono prevalentemente scure quelle che le riforniscono, come le indagini hanno mostrato chiaramente, sono bianche. E non sono nemmeno le mani della 'ndrangheta semianalfabeta e rurale della Calabria, ma quelle d'una criminalità dai colletti bianchi ben inserita a Perugia. La conosce bene, sa chi conta in città e da che parte conviene schierarsi. Ha individuato i centri di potere (ufficiali e non) con essi si rapporta o tenta di rapportarsi. Ha avviato attività commerciali di copertura gestite da persone apparentemente operose che sanno persino assieme a chi farsi fotografare. I cittadini presenti ieri in Consiglio Comunale sembravano quasi essere lì per proteggerlo dalla criminalità organizzata. Per far sentire a tutti i consiglieri che non erano soli e che Perugia ora ha bisogno dell'impegno dei suoi cittadini e di rappresentanti che sappiano fare un passo indietro se necessario, che considerino il loro impegno di eletti primario, cui non tremi il sangue nelle vene ma abbiano il coraggio e la volontà di contrapporsi a questo potere criminale.
Vanni Capoccia
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