Il caso Fontivegge
Il cittadino che si fa amministratore! L’associazione scrive al sindaco
“Succedeva una volta, nel reame di Re Mizi II° che la vita era resa impossibile ai sudditi da una bestia alata per cui, tutti uniti, chiesero udienza al Re per sconfiggere il drago dell’insicurezza. Riuscirono i nostri eroi a convincere il sovrano ad intervenire per annientare questa vecchia minaccia che veniva dal drago dall’alito di fuoco? Questo non lo sapremo mai!”
Ma se questa è una favola, nel nostro tempo invece, l’insicurezza che incombe sopra Perugia è una realtà pericolosissima e noi cittadini, vorremmo sapere come porvi rimedio! Sembra veramente un racconto delle antiche paure di altri tempi che aleggiavano sopra le teste degli indifesi sudditi, mentre il Re, dal suo palazzo reale, senza rendersene conto, continuava la sua vita privilegiata quando, invece, nella nostra realtà è una questione della massima importanza a cui non possiamo più aspettare per porvi rimedio nella maniera più concreta possibile. Intervenire immediatamente per ripristinare una sicurezza adeguata è assolutamente indispensabile per far tornare una situazione di vita il più possibile accettabile per tutti. Dopo le perniciose manifestazioni successe in questi giorni (dalle periferie al centro storico) che hanno palesemente dimostrato una recrudescenza pericolosa di criminalità nelle nostre strade, l’associazione “Progetto Fontivegge” ha pensato bene di scrivere al sindaco, alla sua Giunta e perfino al Consiglio comunale, significando, per l’ennesima volta, lo stato di massima insicurezza della città e soprattutto del quartiere di Fontivegge. Non c’è nulla da eccepire, tutto ciò che è stato scritto e proposto nella lettera è possibile e necessario metterlo in atto immediatamente per dare un poco di ossigeno al quartiere; e non solo. Ma, dato atto e riconosciuti gli onori alla stessa associazione sinceramente, arrivati a questo punto, personalmente non posso non trovare la situazione, che si è venuta a creare, alquanto anomala e anche un poco ridicola; se non fosse una cosa estremamente seria. Anomala e ridicola perché se una associazione di cittadini ha dovuto, per la pericolosità raggiunta da situazioni dovute a dei comportamenti criminali che hanno tenuto da molto tempo e tutt’ora stanno tenendo in scacco un quartiere importante come Fontivegge, chiedere l’intervento della politica cittadina, indicando il da farsi, vuol proprio dire che qualche cosa non funziona come dovrebbe. Non funziona come dovrebbe per il semplice, ma significativo motivo, che la criminalità che agisce in quella zona (e non solo in quel quartiere) e i danni che procura, sono noti da molto tempo ed anche in maniera particolareggiata a tutti e in special modo ai nostri politici/amministratori comunali e, di conseguenza, conoscendo benissimo lo stato delle cose dovrebbero aver, già da tempo provveduto, motu proprio, a mettere in atto i necessari strumenti adatti, senza che associazioni, o chicchessia, sentissero la necessità di provvedere a ricordarglielo con lettere o altro. Se si è arrivati a questo punto c’è solo una spiegazione possibile che possiamo dare: la politica cittadina e, di fatto, i nostri politici/amministratori, non sanno proprio che pesci pigliare e a quali Santi rivolgersi per sanare questa pluridecennale e deleteria situazione e, se così fosse veramente, i cittadini che li hanno votati, dovrebbero farsi una infinità di domande a cui darsi le dovute e necessarie risposte! di
Giampiero Tamburi
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