Roberto Abbondanza: è scomparso un grande perugino
Ci rimane di lui un’idea di città cui non sappiamo, non vogliamo rinunciare
E’ scomparso Roberto Abbondanza, grande perugino, appassionato uomo di cultura e di intervento, di riflessione e di cooperazione. Viene ricordato ora per il contributo che ha dato all’amministrazione ed alla politica, qualche decennio fa: erano però davvero altri tempi, tempi in cui lo ricordo muoversi con sollecitudine nelle vie e tra i palazzi, ma sempre con la parola e l’attenzione disposte verso gli interlocutori. Erano tempi in cui si aveva familiarità con l’assessore, in cui la Piazza interloquiva con il Palazzo, ed Abbondanza era uno di quelli del suo tempo (come non associarlo, nel ricordo a Giacomo Santucci?) che pur avendo responsabilità di Palazzo sapeva stare in Piazza ad ascoltare, anche quando prendeva decisioni non condivise. Per questo non fui sorpreso nel ritrovarlo, in questo ultimo decennio, ormai lontano dal Palazzo, e pur sotto i colpi della vita, pronto ancora a portare il suo contributo di riflessione e di collaborazione verso chi si muoveva per il futuro sostenibile del nostro territorio: ad esempio, a fianco dei comitati che lottavano contro il devastante progetto del Nodo di Perugia, che prendendo a pretesto l’ingorgo di traffico verso Perugia prevedeva grandi investimenti e grandi affari per costruttori e cementieri col risultato di distruggere l’area perugina della Collina e del Piano senza risolvere i problemi del traffico. Ricordo con quale piacere, nelle ore rubate al sonno per le nostre riunioni serali, ascoltavamo la parola distaccata ed insieme appassionata di Roberto Abbondanza, che dalla conoscenza del passato e dalla descrizione del presente sapeva darci una visione forte e illuminata del futuro. L’ultimo incontro pubblico cui abbiamo partecipato insieme è stato il convegno “La città delle persone”, organizzato dalla rivista Risonanze e dalla Associazione La Città di Tutti, per discutere sui temi della limitazione del traffico nel centro storico. In tale occasione, Roberto Abbondanza, per sottolineare il ruolo della cultura nella vita della città, ci regalò un suo ricordo, uno sguardo retrospettivo su quando lui giunse a Perugia e decise di restarvi perché lì nacque (ecco le sue parole) “quella che è la passione per il centro storico, il poterlo frequentare, il poterlo vedere come lo vidi io quasi cinquant’anni fa quando venni a Perugia per la prima volta, e che poi ha rappresentato una delle ragioni per cui anni dopo, quando mi fu proposto di venire a Perugia, per me fu oggetto di una appassionata ricerca di tutto quello che dava sufficienti garanzie, che era la vita di Perugia. Certo poi, nel corso del tempo, sono avvenute cose che hanno cambiato la città, ma un requisito fondamentale, che ancora mi pare ci sia in questa città, è quello di poterci aiutare in un’impresa di questa fatta però con l’attenzione per gli interessi non solamente economici, commerciali, che hanno la loro importanza, ma anche la possibilità di godere e vivere questa città in un modo che purtroppo non viviamo: noi abbiamo notizie per cui il centro non è più quel luogo che ritenevamo potesse perpetuarsi...”. Questo, con tanto altro, ci rimane di lui: un’idea di città cui non sappiamo, non vogliamo rinunciare.
Renzo Zuccherini
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