14/08/2024
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Perugia e la politica dello sguardo
Scorci & sconci: se ci fosse cervello… un luogo degradato potrebbe diventare un’ottima opportunità per promuovere Perugia. Ma ci sono troppi testimoni che non si accorgono di nulla

Una delle tante VIUZZE laterali che costellano Corso Garibaldi ricalca il percorso originario dell’antico ACQUEDOTTO MEDIEVALE che si origina dal “Monte Fradicio” o Monte Pacciano.

Siamo in via BENEDETTA. Scendendo, il muricciolo a destra ci accompagna evocando i celeberrimi versi del poeta Eugenio Montale:
“... e il seguitar e` una muraglia, con in cima aguzzi cocci di bottiglia...”, versi in grado di riproporre una vista su panorami interiori. Un preludio al COLPO D’OCCHIO che si materializza , pochi passi dopo, con il LARGO TERRAZZATO, situato tra le scalette discendenti di via del Fagiano, il portichetto d’ingresso dell’ex MONASTERO di S.BENEDETTO dei CONDOTTI (attuale Adisu) e l’ingresso della “Casa della Studentessa”, gia` MONASTERO di S.ANTONIO da PADOVA. Due ex nuclei monastici che ospitarono insigni opere d’arte, come il polittico di Piero della Francesca, oggi visibile presso la Galleria Nazionale.

Affiora ancora in diversi punti l’antico selciato, da sotto l’improvvida gettata di catramaccio. Un catramaccio che prosegue fino ad ammantare il LARGO che invece, se fosse corredato di opportuni complementi di arredo (panchine comode, cannella, pavimentazione consona, illuminazione adeguata) riacquisterebbe la sua vocazione di INVITO a scorgere l’INFINITO. Quale infinito? Proprio quello che ci suggeriscono Leopardi, ed anche Carducci: la CITTÀ’ e la CAMPAGNA con i loro vissuti umano, storico e geografico.

Se ci fosse CERVELLO, un luogo come questo potrebbe diventare un’ottima opportunità per PROMUOVERE PERUGIA e le sue infinite, innumerevoli peculiarita` ma, cosi` come si presenta attualmente, che cosa puo` promuovere?

Un affaccio su uno squallido miscuglio: un ex diurno sotto la terrazza, maldestramente ristrutturato, come indegna residenza per l’emergenza sbarchi. È così che si tutelano i profughi, alloggiandoli in ex diurni, malsani, interrati e privi di finestre? Insomma, vogliamo proprio che si tradisca la letteratura nobile di una citta` frutto di sapiente arte muraria, per lasciare spazio a una farraginosa accozzaglia di normative e regolamenti burocratici, che hanno finito col contaminare anche la parte storica?

Povera città, ridotta a gorgo inestricabile perennemente soffocante e inghiottente.
Altro che “RIQUALIFICAZIONE”, altro che “RILANCIO”.

Ci sono troppi potenziali testimoni che non si accorgono (o non vogliono accorgersi) di nulla, per l’incapacità di cogliere i segnali dell’ incuria o per indifferenza o per l’imbarazzo di affrontare con serietà la questione della città storica.

E quel GIARDINETTO di via del Fagiano, ex orto monastico, per favore, riapriamolo alla pubblica fruizione.

Via Benedetta com'è…                                                                                     

 

 … e come potrebbe essere:




Mauro Monella

Inserito giovedì 28 marzo 2019


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