Vanno a fuoco i rifiuti anche nella verde Umbria
Dei dieci passi verso rifiuti zero a Perugia non ne abbiamo fatto neanche uno. Sembra che a Perugia si intenda il ciclo dei rifiuti come lo spostamento da un deposito a una discarica a un impianto
Dei dieci passi verso rifiuti zero a Perugia non ne abbiamo fatto neanche uno. Perché fermarsi alla delibera, tra l’altro proposta dall’opposizione, non significa niente se non ci si attiva a rendere virtuoso il ciclo dei rifiuti. Ricordiamo che dei dieci passi verso rifiuti zero, di seguito riportati, il comune di Perugia pochi ne ha fatti dei tanti che poteva: 1. separazione alla fonte organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non è un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non è quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale. A Perugia notoriamente la RD è di pessima qualità quindi anziché andare al riciclo va in discarica. 2. raccolta porta a porta organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito. A Perugia il Porta a Porta non è ancora esteso a tutto il territorio comunale. 3. compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori. 4. riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva. 5. riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili. A Perugia il compostaggio domestico è volontario 6. riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia. A Perugia riuso e riparazione si fa in forma volontaria 7. tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli. A Perugia mancano le basi per procedere alla tariffa puntuale 8. recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua. A Perugia non si riesce ad attivare neanche un centro di riuso 9.centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un ritorno alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo. 10. azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta. Per finire in bellezza sembra che a Perugia si intenda il ciclo dei rifiuti come lo spostamento da un deposito a una discarica a un impianto e mentre ci si preoccupa di riaprire discariche per conferire l'eccessivo indifferenziato prodotto, ci accorgiamo che siamo diventati come tutti gli altri furbi che bruciano i rifiuti per non creare la filiera virtuosa. Oggi è andato a fuoco il deposito rifiuti di Biondi recuperi a Ponte S. Giovanni. Domani, sotto a chi tocca.
Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero
|