Dopo l'assemblea sulla Distilleria
Assemblea partecipata e infuocata, se anche produttiva “lo capiremo solo vivendo”, cantavamo anni fa. Cominciamo dall’inizio
Assemblea del 28 febbraio 2019
Avevamo invitato i rappresentanti politici e tecnici della Regione e del Comune competenti in materia, ma la Regione è risultata assente, per il Comune c’era il vicesindaco e assessore all’ambiente, oltre alla capogruppo del Movimento 5 Stelle Rosetti dell’opposizione alla quale va il merito di aver supportato le istanze del comitato, c’era la consigliera comunale di opposizione in quota M5S del comune di Marsciano venuta a rappresentare il disagio dei marscianesi per gli effetti del deposito di vinacce nel loro territorio, a cominciare dalle puzze. La sala era gremita e per la prima volta era presente anche il proprietario della distilleria Disarno e i dipendenti, venuti a difendere il loro posto di lavoro senza ricordare che proprio grazie al comitato sono stati creati 4 posti di lavoro in più alla distilleria. Bene, il confronto era possibile anche se mancava la Regione a spiegare come mai dopo il provvedimento di chiusura temporanea dell’attività, mai successo prima che si arrivasse a ordinare la chiusura, ha autorizzato la riapertura in assenza di molti degli adempimenti richiesti. L’avvio, puntuale, è stato del presidente del comitato organizzatore con un resoconto dell’ultra ventennale azione di controllo esercitata sull’attività della distilleria che ha operato spesso fuori dalla legalità come certificato abbondantemente dai provvedimenti del Comune per gli abusi edilizi, della Regione, dall’Arpa e dal Tar per la conduzione dell’attività. Comunque ognuno ha potuto esporre le proprie tesi anche se molte domande sono rimaste senza risposta come quella, più contingente, sulla puzza che sta ammorbando il paese e i dintorni da molti giorni e che i numerosi cittadini presenti avrebbero ascoltato volentieri. Nonostante le reiterate richieste la risposta non è arrivata ed è difficile credere ad una ignoranza in materia da parte del proprietario. Alla fine dell’incontro possiamo sintetizzare che il Comune si è detto disponibile ad aprire un tavolo con tutti i soggetti, disponibile anche il proprietario, per cercare una composizione del conflitto e per aprire la strada alla istituzione dell’ecodistretto come richiesto dal Dott. Romagnoli. Che sia una promessa da campagna elettorale? Di fatto il vice sindaco è a fine mandato, a maggio ci sono le elezioni. I cittadini non sono stati rassicurati sulle contingenze, anche il giorno dopo infatti la puzza è insopportabile e ormai anche la scienza ci documenta che la puzza è di fatto un agente inquinante, come ci ha ricordato il Dott. Vantaggi, che crea disagio e abbassa la qualità della vita. Quanto al Comitato in sintesi chiederà, anche nelle sedi opportune con il suo legale Avv. Passeri: 1) Comune: Declassificare nel PRG l'area da DIR a zona di riqualificazione urbanistica ambientale (divieto aziende insalubri di I e II classe) 2) Regione: determinazione immediata dei limiti emissione CO, polveri, odori (AUA!) SECONDO LE RACCOMANDAZIONI OMS 3) IMPORRE IMMEDIATAMENTE RIPRISTINO ALVEO E VEGETAZIONE TEVERE 4) Invio mensile dati Arpa ai cittadini 5) Un’indagine epidemiologica per verificare i collegamenti causa effetto 6) Ecodistretto che garantirà una preliminare fotografia dello stato di fatto delle matrici ambientali La partecipazione dei cittadini è stata confortante e ci auguriamo in aumento, per questo il comitato continuerà con la sua azione di informazione e battaglie senza pregiudizi perché bastano gli atti e i documenti prodotti dai soggetti preposti a darci la forza nonostante i tentativi di dissuasione recapitati per le vie legali che contraddicono la disponibilità dichiarata. Comitato.molinidifortebraccio@gmail.com
Comitato Molini di Fortebraccio
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