Bartoccio 2019
Il potere socio-politico cittadino è contenuto nelle mani di chi continua a decidere per tutti. Non è una questione di maggioranze mutanti, ma una scarsa propensione alla democrazia diretta
Ormai è risaputo che il Bartoccio rappresentava un’antica maschera seicentesca di un paesano che veniva a Perugia dal Pian del Tevere nel corso del carnevale. Con la sua arguzia popolana scagliava le bartocciate in dialetto contro il potere del papa e contro i potenti. Un’immagine che si è cercato di recuperare in questi ultimi anni. Anche se ormai molta acqua è passata sotto i ponti del Tevere e chi comanda non è certo più lo Stato Pontificio e in fondo a corso Vannucci non svetta la rocca fatta ergere da Paolo III. Il potere socio-politico cittadino è contenuto nelle mani di chi continua a decidere per tutti. Non è una questione di maggioranze mutanti, ma una scarsa propensione alla democrazia diretta rappresentata da un singolo personaggio o da qualche consorteria. Si tratta di una specie di autoreferenzialità inattaccabile e il cittadino comune è un signor nessuno. Si possono fare domande tutti i giorni tanto non arriva alcuna risposta. Le periferie stesse rimangono sempre molto lontane dal palazzo. Fa parte del gioco la carta stampata e significativo è il caso del quotidiano più diffuso che ha cambiato ultimamente due direttori, ma non c’è più spazio per le lettere dei lettori.
Lauro Ciurnelli
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