Bilancio di fine anno
Che cosa ha significato il 2018 per la collettività di San Martino in Campo?
L’anno vecchio sta passando per far posto al nuovo. Ma che cosa ha significato il 2018 per la collettività di San Martino in Campo? Come per ogni borgo della periferia perugina approssimativamente restano più ombre che luci. Una luce è stata sicuramente il recupero operato dalla Pro Loco dell’area “ex-tennis ”rimasta abbandonata per anni ed oggi avviata a diventare un nuovo ampio centro di aggregazione. Le ombre invece sono tante. A cominciare dalle difficoltà incontrate nel recupero e valorizzazione di due delle ultime testimonianze del passato. La chiesina della Madonnuccia presenta sempre lo stesso problema del rischio della scomparsa degli affreschi di scuola peruginesca minacciati dall’umidità. Del problema se ne è parlato molto per l’impegno del comitato civico che ha cercato di mantenere viva l’attenzione. Ma la proprietà del piccolo immobile ha scelto di impegnare la totalità di ingenti finanziamenti di denaro pubblico, per altre cause. Per il comune, poi, il tempietto, probabile resto della chiesa madre scomparsa molti anni fa, non esiste perché la proprietà è privata, come se le opere di un certo valore architettonico e pittorico non vadano considerate un patrimonio comune. La Soprintendenza delle opere storico-artistico dell’Umbria ha finanziato un primo intervento di urgenza, ma non ha provveduto al secondo di recupero degli affreschi senza il quale il primo risulta addirittura peggiorativo. Così un piccolo grande gioiello di devozione mariana e arricchito da immagini particolarmente importanti come l’atto in cui Martino divide il proprio mantello con il povero, da cui deriva il toponimo, è destinato ad affrontare i rigori dell’inverno. L’altra opera è la “casina di caccia” dei conti Donini su cui era stata chiesta l’apposizione del vincolo di salvaguardia che sembrava concesso, ma a tutt’oggi se ne sono perse le tracce. Altre opere riguardano lo sviluppo urbanistico che sta avvenendo senza alcun controllo tanto che è già avviato lo sconvolgimento di un patrimonio paesaggistico notevole che caratterizza il territorio arricchito da un dolce declivio naturale che dal colle giunge fino al Tevere e noi dovremmo essere interessati per lasciarlo intatto a chi viene dopo. Infine, ma non per importanza, altre ombre sono causate da un clima di insicurezza perché quotidianamente si registrano furti nelle abitazioni e questa è una violenza particolarmente vile perché colpisce soprattutto cittadini anziani e soli che si vedono violata la loro intimità domestica senza alcun riparo.
Lauro Ciurnelli
|