Dal
traffico degli stupefacenti e delle armi, al traffico delle persone e
dei disperati, adesso vi è il traffico dei nascituri (con scelta
eugenetica del tipo di bambino desiderato magari sul net, pagando una
“banca” del seme) e, soprattutto, il traffico delle parti di
ricambio.
Senza
volere togliere nulla a chi, nel privato della sua casa, decidesse
liberamente di lasciarsi morire di fame e di sete, o di subire
l’eutanasia - una iniezione e via - poiché nel privato, in
qualsiasi sfera personale, sostengo la sacralità della privacy e
della libertà personale senza intromissioni di Stato, ciononostante
metto in guardia contro lo sciacallaggio delle lobby farmaceutiche
che nelle strutture ospedaliere si danno al traffico degli organi per
espianto/trapianto, che subdolamente ha portato alla modifica della
definizione di “morte” cerebrale o cardiaca.
Ed
è così che si dichiara morta una persona dalla curva cerebrale
piatta, ma con il cuore battente (e gli organi ben irrorati pronti ad
essere trapiantati in nuovo organismo) o, viceversa, che si dichiara
morta una persona in arresto cardiaco - con curva del cervello
normale - per non più di due minuti (Belgio), o dopo mezz’ora
(Italia), invece di tentare per due ore di rianimarla.
Subdoli
semanticismi anticipano il momento della dichiarazione della morte,
anche per chi avesse voluto che fosse stato tentato di tutto per
rianimarlo o salvarlo. E se è vero che, come penso, la volontà
della persona in fin di vita o in pericolo di vita, è sacrosanta,
allora lo dev’essere altrettanto, e soprattutto, per chi non abbia
previamente espresso la volontà esplicita di arrestare l’accanimento
terapeutico in talune circostanze.
Anche
perché la definizione stessa di “accanimento terapeutico” è
molto soggettiva, a apre la porta ai più svariati abusi, soprattutto
quando ci sono in ballo tanti €€€€ nel traffico degli organi.
Non
ci credete? E’ successo alla mia migliore amica due mesi fa. Era un
po’ stanca da qualche giorno. E’ andata dal dottore.
Insufficienza cardiaca, a 41 anni, endocardite, è arrivata
all’ospedale in piena crisi. L’hanno addormentata (peggiorando
forse lo stato) e hanno tentato di rianimarla per tutta la notte.
L’indomani,
con il cervello ancora vivo, e con un cuore battente seppur
pochissimo, hanno deciso che qualsiasi ulteriore cura terapeutica
sarebbe stata “futile” - non so con quale razza di criterio visto
che per legge si sono tenuti la cartella clinica e non la rilasciano
alla famiglia. Il peggio è che quando hanno deciso di arrestare le
cure e di staccare il ventilatore, non hanno neanche creduto
opportuno aspettare la famiglia di origine che stava arrivando (dalla
Grecia), ed è bastato ai medici “notificarlo” al presunto
“partner” - nessuna verifica dello status maritale, basta avere
“immaginato” che fosse il partner o il coabitante, a questo punto
sarebbe potuto anche essere il suo assassino.
Staccata
la spina, sono bastati due minuti di arresto cardiaco per dichiararla
“morta”.
Scioccante?
E’ successo in quella che gli anticlericali a tutti i costi,
italioti complessati, considerano il “lindo” e “civile”
Belgio. Pertanto invito tutti a considerare la questione senza
ideologie e animosità pro o anti papa, che tanto falsano molti dei
dibattiti più importanti in Italia e di analizzare la questione da
tutti i punti di vista.
Se
non altro, se uno non ha espresso alcuna volontà, trovo più
normale, soprattutto come per la mia amica, all’età di 41 anni,
presupporre una volontà di vita e non già una volontà di farla
finita al più presto.
Intromissione
inaudita da parte di una razza medica incapace di fare il suo lavoro,
anzi del tutto asservita a Big Pharma e che non fa altro che
speculare sul corpo umano, esami su esami, e farmaci su farmaci,
senza mai arrivare alla causa dei problemi sanitari, dall’acne, di
cui ufficialmente non si è mai scoperta la causa, ma si conosce con
“scientificità” l’unica Cura (Antibiotici) alla banale
influenza (di cui non hanno mai capito, in quanto non hanno mai
indagato, su come mai alcuni la fanno pesante, altri leggera, e altri
ancora non se la beccano neanche).
Ed
è così che la mia amica, scampata al Linfoma di Hodgkin
nell’adolescenza, era stata ricuperata dagli effetti nefasti delle
cure pesanti subite allora (chemio e radio) e ha continuato
ciononostante a ricorrere regolarmente alle strutture ospedaliere e
ai medici per esami e problemi vari con religiosa meticolosità e
grande soddisfazione del sistema di Big Pharma and Co: asportazione
della milza, asportazione della tiroide e farmaco a vita, linfoedema
mai risolto, papillomavirus … Pensava di curarsi, in buona fede,
come pensava che l’avessero tirata fuori dal suo tumore in
adolescenza, e invece la macellavano, pezzo dopo pezzo le toglievano
la sua immunità – e l’anima - farmaci dopo farmaci, le
intossicavano il sistema, e quel che è peggio le toglievano la sua
fiducia in sé stessa e in quella macchina fantastica e perfetta che
è il corpo umano. Che in disfunzione, tende naturalmente
all’entropia.
Primo
non nuocere, dicevano gli antichi, e invece la nostra medicina per
risolvere un neo, ti crea un altro problema in una spirale senza fine
molto proficua a un esercito di persone e di società, con complicità
dello Stato, fino all’epilogo finale di rischiare di essere
dichiarati morti anzitempo per servire al traffico delle parti di
ricambio.
Non
ci credete? Allora perché secondo voi anestetizzano il gentile
“donatore” dichiarato morto, al momento dell’espianto degli
organi?
Nicoletta
Forcheri
4
aprile 2009