ECOLOGIA DEL GENE E RIDUZIONISMO SCIENTIFICO
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.12 - maggio 2009
Biotecnologie,
Agroecologia, Alimentazione: le alternative ai rischi degli Organismi
Transgenici.
Una
Tecnologia di manipolazione non scientifica.
E‘
necessario innanzitutto chiarire i termini scientifici, per evitare
confusioni tra “Biotecnologie Naturali“ e “Manipolazioni
Genetiche“, queste ultime atte a produrre Organismi Geneticamente
Modificati (OGM).
Le
prime si basano su organismi viventi "naturali" (es.
Insetti utili per la Lotta Biologica allevati in Biofabbriche,
Lieviti e Batteri per produrre vini, formaggi, pane, incroci tra
razze e varietà della stessa specie, ecc.), mentre le manipolazioni
genetiche alterano il patrimonio ereditario delle specie (DNA)
inserendo frammenti di dna estranei alla linea evolutiva. Ciò non
avviene in natura, laddove scambi di geni, per "definizione
scientifica", si hanno solo entro i confini della specie o tra
specie molto vicine nell'evoluzione (che spesso, nel secondo caso,
daranno origine a individui sterili) e, di generazione in
generazione, nel breve periodo si ha solo un "rimescolamento del
pool genetico".
Modificazioni
genetiche in una specie si hanno per mezzo di mutazioni naturali ben
precise e successivi adattamenti all‘ambiente, fatti che si
realizzano in periodi lunghissimi di selezione darwiniana, mentre le
mutazioni peggiorative o patologiche (gli "errori della
natura"), in genere, si estinguono. Nell'ultimo secolo gli
scienziati hanno imitato la natura ricombinando i geni all'interno
delle specie e scegliendo gli individui migliori, portando a un
aumento delle potenzialità produttive in Agricoltura, anche se
troppo spesso si è trascurata la resistenza delle piante e degli
animali, il che ha provocato impieghi massicci di pesticidi e
medicinali, che oggi manifestano drammatiche conseguenze.
Negli
OGM invece, si combina il DNA di specie spesso diverse e talvolta
molto lontane nell'evoluzione e nell'ambiente di vita (batteri e
mais), con impossibilità di prevedere esattamente i risultati della
manipolazione. La modificazione di un tratto del dna (in maniera tra
l‘altro non precisa, dal momento che i geni vengono inseriti
attraverso vettori batterici o virali o "sparati" a caso
nel nucleo delle cellule) influenza infatti tutto l’organismo in
cui è inserito il “transgene” (esempio la sequenza genica di un
batterio che produce tossine, inserita in un mais), comportando
quelli che la genetica ha individuato da almeno 30 anni come "effetti
pleiotropici".
Basti
pensare che solo il 10% del dna umano serve a produrre proteine, il
resto ha funzioni tuttora in gran parte sconosciute di “regolazione
e interdipendenza“ estremamente complicate. L’essere vivente va
visto pertanto come un ecosistema complesso di cellule, tessuti ed
organi, guidato dal suo dna e inserito nel più ampio ecosistema di
relazioni tra individui e specie, nell’adattamento reciproco tra
ambiente e modificazioni dell'individuo, in una visione coevolutiva
della selezione naturale.
E'
pertanto necessario, in primis, combattere il “Riduzionismo
scientifico“ che sta alla base delle manipolazioni genetiche e che
assimila geni a microchips (con l'equivalenza un gene = una
proteina), reintroducendo il "Principio di NON equivalenza tra
OGM e specie originarie non modificate".
Si
pone inoltre un problema etico sulla “sofferenza” dell'OGM, il
quale tende a reagire con meccanismi di "autoriparazione del
dna". Più l’organismo è complesso, più l’interferenza di
un transgene si ripercuoterà sulle diverse funzioni vitali dello
stesso. Ciò comporta che all’interno degli OGM si produrranno
sequenze geniche non prevedibili che, unitamente agli effetti
pleiotropici descritti, comporteranno produzione di “Sostanze
anomale“ incognite e impossibili da prevedere, che potrebbero avere
effetti drammatici nel futuro di chi se ne alimenta e per l’ambiente,
per non parlare di animali transgenici usati per xenotrapianti. Anche
in caso di lunghi studi e prove di nutrizione con cibi transgenici su
animali (che non sono stati effettuati preventivamente all'immissione
sul mercato degli OGM, ndr...), tali da scongiurare rischi di effetti
tossici, nel passaggio all’uomo cambia il sistema digerente ed
essendo dimostrato che frammenti di dna possono non venire
completamente digeriti (cosa più probabile per i frammenti
transgenici che hanno maggiori possibilità di non essere
riconosciuti dal sistema enzimatico di una digestione abituata ad
altri alimenti “naturali” con i quali l’uomo si è
“co-evoluto”…), si aprono incognite difficili da superare.
Inoltre,
dal momento che il transgene inserito nel dna ospite può spostarsi,
per i meccanismi naturali della riproduzione cellulare, finalizzati
all’aumento della variabilità, si ha di fatto l‘impossibilità
scientifica di prevedere gli effetti nel tempo a causa della “non
stabilità” degli ogm, con ricerche sui rischi (ad es. da
sostanze proteiche anomale) che verrebbero invalidate dalle modifiche
del Dna transgenico nel tempo. Ad appena 4 anni dalla diffusione su
vasta scala delle coltivazioni transgeniche, ricerche scientifiche
confermano la produzione di proteine "anomale" nel mais
transgenico destinato all'alimentazione animale (con i rischi
connessi... in fondo anche i "prioni" sono proteine) e la
scoperta di sequenze geniche impreviste nella soia geneticamente
modificata, come pubblicato da autorevoli riviste. Una domanda,
allora, sorge d’obbligo: Come è stato possibile brevettare
prodotti (ogm) che non sono stabili? L'invenzione deve essere stabile
e riproducibile: è come se un motore brevettato cambi la cilindrata
da solo, mentre sei in viaggio.
Quando
la tecnologia supera la scienza
Ancora
una volta la tecnologia ha superato la scienza, come avvenuto con
l’energia atomica, con la chimica dei pesticidi, dei cloroderivati,
ecc., laddove è possibile almeno prevedere gli effetti ambientali e
tossicologici con modelli matematici previsionali, anche se purtroppo
non è possibile ripararne i danni...
E
per gli OGM, a causa della loro capacità di riproduzione, è
addirittura impossibile prevedere esattamente il destino ambientale e
tossicologico (i prioni delle “Carni Pazze“, suonano come un
serio avvertimento in tal senso). Il Polline non ha confini, come
quello che ha portato la resistenza a un virus dall'avena
geneticamente modificata coltivata a quella selvatica, che rende
necessari altri diserbanti chimici per combatterla, cosi come le
tossine rilasciate nel suolo dal mais transgenico bt, con effetti
imprevedibili sulla vita dello stesso, e dannosi sulle Coccinelle,
insetti utili che si nutrono degli afidi del mais, i quali succhiano
la linfa in cui è presente la tossina del Bt a cui sono insensibili
a differenza delle belle Coccinelle. Sul Mais Bt sono prevedibili
così nuovi attacchi di insetti dannosi e necessità di più
pesticidi, esattamente il contrario di quanto affermato da emeriti
cattedratici, cui mancano probabilmente le basi di Ecologia.
Gli
Organismi Transgenici, in realtà, hanno trovato spiazzata la scienza
e la politica, e seguono esclusivamente le logiche del liberismo di
mercato e della globalizzazione monopolistica. E’ necessario
mettere dei freni attraverso una Moratoria a qualsiasi rilascio
ambientale di OGM, in base al Principio di Precauzione Europeo,
adeguando così la velocità della politica e della scienza a quella
della tecnologia di mercato.
Prerogativa
di una tecnica deve essere la sua scientificità, ovvero la
"determinazione precisa degli effetti" (l'ingegneria,
termine espropriato dai genetisti dell'ultima generazione, oltre alla
precisione dei calcoli richiede inoltre un margine matematico di
sicurezza aggiuntivo). Se a questo punto dell'esperienza scientifica
(in particolare dal dopoguerra) si e appurato che "l’innaturale"
comporta "indeterminismo", ne consegue che la scienza non
può non fare i conti con la natura e ogni tecnologia non ecologica
risulta in definitiva antiscientifica e pertanto antieconomica.
La
presunta neutralità della scienza, non si applica pertanto alle
tecnologie, e un ricercatore, al momento in cui sceglie un percorso,
di fatto si schiera. E in questa dinamica qualcuno è dalla parte
dell’Agroecologia, che si basa sull'inutilità di OGM e prodotti
chimici di sintesi, ovvero sulle alternative agli stessi e sulla
ricchezza basilare del pianeta: la Biodiversità. E’ oggi
necessario, per ogni tecnologia proposta sul mercato, inserire il
criterio del “Comparative Assessment”, valutando nel contempo le
alternative ecologiche, ad es. gli Insetti utili contro la Piralide
del Mais invece del Mais-BT ogm, che neanche funziona a causa
dell'adattamento degli insetti dannosi e della "Resistenza"
che potrebbe privarci di un prezioso Bioinsetticida, il Bacillus
Thuringiensis, facilmente producibile con tecnologie semplici ed
avanzate, in tutto il mondo e attualmente impiegato su molte
coltivazioni, innocuo e rapidamente biodegradato.
Alternative
Agroecologiche: Biotecnologie pulite per l’alimentazione del
pianeta
Diecimila
anni di lavoro e cultura contadina hanno selezionato in tutto il
mondo sistemi produttivi, varietà vegetali e razze animali adattate
ai più svariati ambienti.
L'Agroecologia,
coniugando il recupero della tradizione agricola con moderne
biotecnologie pulite (impiego di insetti utili, bioinsetticidi,
biofertilizzanti), macchine ecologiche avanzate per la gestione di
terreni, ecc., consente di sfamare il pianeta, evitando
l'avvelenamento con pesticidi e concimi chimici, preservando la
fertilità dei terreni dall'erosione e dalla desertificazione. Oggi,
con la manipolazione genetica, intere aree geografiche rischiano di
perdere la propria biodiversità a favore di un'industria che,
modificando un segmento di DNA, ottiene tutti i diritti. In base alla
Convenzione di Rio, le nazioni possono rifiutarsi di fornire
germoplasma se non è rispettato il principio della equa ripartizione
dei diritti e tutela dell'ambiente. Molti paesi discutono su come
salvaguardare la biodiversità e i diritti secolari delle popolazioni
rurali, anche attraverso Biotecnologie avanzate di “Mappatura
Genetica” per identificare e proteggere le varietà locali dalla
biopirateria (una sorta di brevetto a beneficio delle popolazioni
indigene).
Mentre
si continuano a sperperare immense risorse per produrre organismi
transgenici, aumentando la dipendenza dagli input chimici e i rischi
per l'ambiente, ben poco si fa per la ricerca innovativa
Agroecologica e la diffusione delle tecniche di Produzione Biologica
disponibili. Dalle colonne di Repubblica emeriti cattedratici
affermano che "l'Agricoltura biologica non ha bisogno della
scienza perchè basta tornare indietro di 50 anni". Della loro
scienza l'agricoltura biologica in effetti non si avvantaggia. Ma gli
agroecologi studiano come allevare e introdurre insetti naturali
utili per la Lotta biologica o come applicare la biodiversità (ad
es. introducendo qualche "Albero di Giuda" nelle siepi
intorno ai Pereti, si eliminano 10 trattamenti chimici contro la
"Psilla", un Insetto dannoso pericolosissimo, grazie
all'attrazione di insetti utili naturali); e ancora Microbiologi,
Entomopatologi (in Italia non c'è neanche una cattedra, ndr) che
studiano microrganismi antagonisti delle malattie delle piante e
degli insetti (come quel virus, "naturale e specifico" che
è finalmente possibile acquistare anche in Italia e che ci consente
di mangiare le mele Biologiche e "senza vermi"). Questi
Ricercatori in Italia come altrove non hanno fondi sufficienti. In
particolare per il "Trasferimento di Ricerca" (in cui
lavora lo scrivente, ndr) non c'è praticamente una lira, mentre una
rete fittissima di venditori di pesticidi e concimi avvelena ogni
giorno tutte le coltivazioni e persino gli orti e gli ambienti
domestici, quando la stessa industria dichiara che il 42% dei
raccolti viene perso inevitabilmente, per fenomeni di resistenza da
parte delle avversità e l'uso massiccio della chimica riesce a
preservare solo il 27% delle produzioni. Nello stesso tempo il 10 %
dei terreni Europei era sottoposto a “Set aside”, ovvero non
coltivazione obbligatoria, al fine di ridurre le eccedenze. Mentre il
65% dei prodotti delle coltivazioni vengono utilizzati per allevare
animali in lagers zootecnici, alimenti che potrebbero sfamare almeno
20 miliardi di Persone... mentre 2 miliardi di esseri umani soffrono
e muoiono di fame.
Manca
inoltre un piano di assistenza tecnica per diffondere l'Agricoltura
biologica e si stanno sperperando i Contributi Agroambientali UE
(Reg. 2078/92, Piani di Sviluppo Rurale 2000-2006 e 2007-2013) per la
cosiddetta "Lotta Integrata" (nella chimica, viene
spontaneo da aggiungere...) con "disciplinari" permissivi
che non tengono conto delle alternative ai pesticidi, e in mancanza
di adeguata normativa sulle vendite di fitofarmaci, senza neanche una
"ricetta" di un tecnico ne la fatturazione obbligatoria per
l’acquisto. Tale normativa è attesa da decenni: a quando
l'approvazione? ...eppure al governo è passato anche un Ministro
Verde. Mentre In Nord Europa, alcuni Stati hanno già ridotto di
oltre il 50% l’uso di pesticidi, in Italia c'è appena l'1% di
consumo di prodotti biologici, e il mercato dei pesticidi di sintesi
è tutt'altro che in crisi, con fatturati e quantità in aumento.
Stiamo perdendo tempo prezioso per le potenzialità di mercato dei
Prodotti Biologici, gli unici certificati nella filiera dal seme al
piatto ed oggi a rischio di contaminazione da OGM senza nemmeno
l’etichettatura. Ladomanda di "Bioalimenti" è in
crescita esponenziale, mentre i nostri bambini subiscono dosi di
pesticidi, per unità corporea, fino a 10 volte il limite di
tolleranza, stabilito sul corpo di un adulto del peso di 60 Kg (altra
vergogna nazionale su cui si era fatto addirittura un Referendum). Le
“Carni Pazze“ sono solo la punta dell‘iceberg di un sistema di
massimizzazione delle produzioni, a danno della qualità e sanità
alimentare, che ogni anno perde 10 milioni di ettari di terreno
agricolo per erosione, e che per portare la lattuga sulle nostre
tavole impiega 10 parti di energia petrolifera per ogni parte di
energia dell‘alimento. L’agricoltura invece di produrre consuma!!
Incredibile ma vero. Per alimentare i ruminanti da carne si perde
l‘80 % dell’energia prodotta dai terreni agricoli, diffondendo
CO2 e metano che aumentano l’effetto serra, aggravato dal petrolio
bruciato per lavorazioni dissennate dei campi, produzione di concimi
e pesticidi, nonché dalla CO2 derivante dalla distruzione
dell'humus dei terreni, che si spappolano in seguito alle piogge con
alluvioni disastrose. Nel contempo, ogni anno vengono distrutti 10
milioni di Ha di foreste per nuove coltivazioni intensive e pascoli
che lasciano, dopo qualche tempo, il deserto.
La
fame non si cura con i pesticidi e la demagogia dei brevetti sui
geni, bensì con seri progetti scientifici agroecologici, a partire
dalla tradizione agricola e biodiversità autoctona, molto più
produttive delle monocolture industriali. Siamo oggi di fronte a un
bivio: da una parte la via dei monopoli agroalimentari della
globalizzazione tecno-liberista, gestiti da multinazionali
agrochimico-farmaceutiche (negli OGM si concentra il massimo del
riduzionismo scientifico, coniugato alla massima concentrazione di
capitali, il tutto protetto dai brevetti sulla vita); dall’altra la
via della rivoluzione agrobioecologica e del progresso scientifico al
servizio dell’uomo e della libertà dei popoli e dei mercati, molti
dei quali hanno puntato al Bioregionalismo. E non c’è più tempo
da perdere. Migliaia di contadini in India si sono suicidati a causa
del fallimento di coltivazioni chimiche e transgeniche, come migliaia
di italiani ogni anno devono vendere la terra alle banche per pagare
i debiti di coltivazione.
E
quando non avranno più la terra? Via internet ormai moltissima gente
ha capito queste cose… e non si lascerà "manipolare"
facilmente. Anche gli Stati Uniti stanno puntando all'Agricoltura
biologica e le coltivazioni transgeniche sono rifiutate dai
consumatori. Il mercato della qualità biologica è l'occasione di
rinascita che l'agricoltura europea e mediterranea non devono
perdere.
Il
consumatore vuole in tavola tradizioni ed agroecologia:
portiamogliele!
Un’ultima
riflessione sui “prioni” della Mucca Pazza. L’uomo, essere più
evoluto (?) del pianeta, si distrugge con le sue mani a causa di una
proteina simile agli accenni più primordiali della vita sulla
terra... la natura non scherza, essa è semplicemente perfetta.
Cerchiamo di capirne le leggi. Tutto il DNA delle innumerevoli specie
viventi è composto in fondo di soli quattro mattoni diversi (le basi
azotate), quattro note di un'immenso pentagramma. Qualcuno giustifica
per questo la libertà di manipolare. In realtà ogni specie ha nel
suo patrimonio genetico una melodia che racconta la sua storia,
composizione armonica a cui la natura ha lavorato milioni di anni,
fino all'autoconsapevolezza umana. Imitare la natura deve essere il
nuovo paradigma della scienza per il 3° millennio. Non permettiamo
che dei folli Stranamore ci portino alla Babele genetica, da cui
risulterà solo disordine e rumore.
L’Uomo
con la tecnologia può anche violare le leggi Naturali e della Vita,
ma in tal modo può farsi solo del male. La Natura non perdona. E nei
suoi tempi infiniti rimetterà le cose a posto.
*copyright
by "the NEW AGER international"
Giuseppe Altieri (Studio Agernova – Servizi avanzati per l’agroecologia e la ricerca ed Accademia Internazionale di Agroecologia – Perugia, http://www.agernova.it; email: agernova@libero.it)
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