VIRUS E CONFLITTO
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.12 - maggio 2009
DIFFICOLTA’ ESPOSITIVE
E CONFLITTO INTRAPSICHICO
Posseggo un virus
immateriale del dubbio. Una volta si chiamava il tarlo ma ha cambiato
nome. La traccia di pensiero che seguo è complessa ed ho bisogno di
porre alcune premesse per arrivare ad una descrizione accettabile, se
non esaustiva. Il mio primo dubbio è decidere quale sia l’approccio
giusto per trasmettervi il senso della mia ricerca. Pertanto il mio
linguaggio cambia se devo comunicare nella sala dove sono riuniti a
convegno una serie di esperti e pensatori o se invece devo scrivere e
non so esattamente quali sono le informazioni che sono già in
possesso di chi mi leggerà. Chi avesse partecipato al convegno
troverà degli argomenti ed un modo di porli diversi.
IL SENSO DEL VIRUS
Ora qualcuno dirà che
faccio lo spiritoso, ebbene si, ma fino a un certo punto! Infatti la
lingua è viva, condizionata da molti fattori e fa strani percorsi.
Talvolta nel linguaggio comune un nome viene sostituito con un altro
ma resta immutato il senso che quel nome nuovo ha nella
rappresentazione collettiva della gente. Fare affari per esempio è
stato sostituito con il termine business, ma il senso resta quello.
Talvolta invece un nome
finisce per indicare fenomeni diversi fino anche a dire l’opposto.
L’esempio per me più inquietante è pedofilia che etimologicamente
significa amore per i bambini.
Invece il termine virus
proviene dal latino e significava veleno. Il senso è parzialmente
cambiato ma non completamente. A suo tempo il concetto di
virus/veleno stava ad indicare una sostanza n che era in conflitto
con la salute ed il benessere di una persona. Attualmente esso indica
un tipo di microrganismo visibile solo con il moderno microscopio
elettronico.
In realtà molti virus
sono saprofiti per gli organismi animali superori, cioè stanno li e
non fanno danno. Sembra anzi che abbiano anche funzioni utili. Ma
nell’immaginario collettivo il termine ha ripreso l’antico sapore
negativo e per la maggioranza delle persone il virus è un fattore di
contrasto e di conflitto per la salute ed il benessere della persona.
Mi viene in mente quella
storiella di un serpentello che grida….
Serpentello: Mamma mamma
…
Madre . Che c’è ? ….
S. Ma noi siamo
velenosi?….
M. Ma noooo….
S. Ah beh ! ….
M. Ma perché ….. ?
S. Perché mi ero
morsicato la lingua.
Il concetto di virus è
stato poi ripreso nel linguaggio informatico per indicare i programmi
telematici di intrusione nei sistemi operativi che creano danno. E
questo sta ad indicare le caratteristiche principali del termine che
è stato usato traslativamente per indicare qualcosa che viene da
fuori e scardina il dentro. Sappiamo anche che i sistemi operativi
dei computer non sono tutti ugualmente recettivi all’azione dei
virus esterni.
IL CONFLITTO
Il
termine conflitto proviene dal latino con-fligere, ed originariamente
significa urtare insieme, scontrarsi. Già nella Roma antica veniva
inteso non solo nel senso materiale dello scontro fisico, ma anche in
quello figurativo, come <disputa>, <controversia>,
<conflitto d’interessi> oppure <lotta contro l’avversa
fortuna>, cioè con il proprio destino caratterizzato dalle
difficoltà e dai traumi che limitano il proprio potenziale di vita.
Quest’ultima accezione di conflitto ci ricollega ai concetti di
dilemma o conflitto intrapsichico.
C’è chi parla di
conflitto se almeno due attori o “agenti”, individui, o gruppi o
specie animali presentano degli obiettivi in contrasto fra loro e/o
dei comportamenti antagonistici osservabili.
Il conflitto esiste anche
nel mondo biologico. Nel mondo animale le specie possono lottare fra
di loro per l’affermazione in una determinata area geografica,
oppure senza nemmeno che ci sia una lotta, se cambiano le condizioni
climatiche una specie può prevalere sull’altra. Si dice per
esempio che il riscaldamento terrestre abbia favorito l’apparizione
dei piranha nel Mediterraneo ed il prevalere di alcune specie su
altre. Determinate condizioni ambientali sono in conflitto con
l’espressione dell’intero potenziale di sviluppo di una specie o
di un singolo individuo.
Anche fra categorie
diverse vi può essere un conflitto così come fra uomo e virus.
Tuttavia considerare il virus sempre e solo un nemico dell’uomo è
altra cosa. La ricerca medica si è comprensibilmente concentrata
sulle funzioni negative ma ha addossato al virus un ruolo che forze
non ha. Quanto meno questo è quello che è emerso nei mass media e
nell’immaginario collettivo negli ultimi 30 anni dalla storia
dell’AIDS in poi. Come mai per molte persone, nel senso comune del
termine il virus è diventato il nemico ? Questo a mio avviso dipende
sia dalla struttura mentale di queste persone ma è una concezione
che viene di fatto, volontariamente o involontariamente, alimentata
dalla ricerca, dalla lobby industriale-commerciale-medica, dalla
grande stampa.
CAMBIANO ANCHE I MODI DI
LEGGERE DEI PROBLEMI ANTICHI
Una volta nella ricerca
medica erano i batteri l’oggetto dell’attenzione degli
scienziati. Ora sono di moda i virus. Virus dell’influenza, Aids,
aviaria, SARS, ecc.
Voglio dire insomma che
le cose si modificano, non solo i nomi ma anche le persone che
infatti talvolta prima sono sane e poi si ammalano. E per quale
ragione si ammalano? Questo è uno dei temi di questo articolo.
Esiste infatti una controversia fra le diverse spiegazioni della
salute e della malattia. Forse chiamarlo conflitto sarebbe troppo se
non fosse che c’è anche un conflitto di interesse (economico) ben
preciso che andrò a sviscerare.
Un’altra cosa che
cambia sono le malattie stesse, il modo di evidenziarsi delle
malattie. Cambia il modo delle persone di esprimere la propria
sofferenza o, se preferite, lo squilibrio che porta alla malattia.
Cambia anche il modo di raggruppare i fenomeni, la visuale
d’osservazione, il modo di vedere e leggere le cose, il livello di
attenzione su di un determinato fenomeno.
Nel XIX secolo
l’attenzione degli psichiatri si focalizzò sull’isteria ed
allora molte donne avevano delle crisi isteriche. Il fatto stesso che
era stata “scoperta” questa forma di “malattia” ha
influenzato il suo emergere e la sua rilevazione. Poi nel XX secolo
di crisi isteriche se ne è viste molto meno. Ora la mia tesi è che
questo influenzamento, in modo più raffinato, vale anche per i
virus. Vi sono chiari segni per ritenere che la campagna stampa che
fu stata fatta intorno al virus dell’AIDS, nei primi anni ’80, fu
ampiamente scorretta,scandalistica, terrorizzante, basata su
proiezioni statistiche assurde ed abbia prodotto, forse in modo
involontario un meccanismo che si chiama la profezia che si
autoavvera. Se ad un soggetto veniva rilevato il virus HIV che allora
si chiamava LAV, in quel tempo questo suonava come una condanna a
morte. Così molte persone abbandonavano le speranze e si lasciavano
morire. La profezia che si autoavvera.
E’ interessante notare
come l’acronimo AIDS in inglese suoni come “aiuto” e l’acronimo
LAV come “amore”
CAUSE DI MALATTIA INTERNE
ED ESTERNE
Occupiamoci per ora della
questione medica. Con la scoperta delle moderne tecniche d’indagine
l’attenzione si è riversata su questi microrganismi. Ma possiamo
ritenere che questi esistano da tanto tempo, probabilmente prima
dell’uomo. E le stesse malattie c’erano già da prima, magari
appena modificate e la gente moriva con dei sintomi simili a quelli
di oggi, ma le spiegazioni erano diverse.
Da sempre ci sono le
spiegazioni delle malattie interne o esterne. Ed entrambe hanno i
loro argomenti forti ed i loro esempi certi. Se due persone si
trovavano nel bel mezzo di Hiroshima si potrà ben dire che sono
morte per il trauma della bomba, se stavano ad un chilometro si potrà
dire che sono morte per le radiazioni, ma se stavano a 10 km ed uno è
morto dopo 40 anni per un arresto cardiaco dopo una infezione virale
sopraggiunta su una base di immunodeficienza o su un cancro, di cosa
è morto? E se l’altro non è morto perché uno si e l’altro no?
In cosa consistono queste differenze individuali nel resistere alla
infezione virale?
Nel mezzo, fra le
spiegazioni interne ed esterne, c’è un campo di battaglia
intellettuale che è stato ampiamente invaso dalla concezione
riduzionista per cui determinate malattie dipendono dai virus. Le
cose ovviamente non sono così semplici e la mia tesi è che per il
bene della salute, della medicina e della spesa pubblica, la teoria
dei virus dovrebbe essere ridimensionata, non esclusa, ma ricollocata
all’interno di un discorso più completo.
UNICISMO O COMPLESSITA’
DELLE SPIEGAZIONI MEDICHE
Se le malattie dipendano
da una sola causa o da un insieme di fattori, come mai le versioni
semplicistiche prendono più facilmente piede? Attualmente per
esempio la paura della gente (ed io direi il bisogno di collocare la
angoscia esistenziale su oggetti concreti) si riversa in gran parte
sui virus fino ad addebitare la responsabilità del raffreddore e
dell’influenza al virus. Ma la antica spiegazione che esse
dipendono dal raffreddamento o dalla cattiva gestione della di se
stessi in relazione alla temperatura perché è stata scalzata? E
dove è andata a finire nella medicina moderna la spiegazione che
dice che ci sono un insieme di cause che interagiscono?
Le spiegazioni uniciste
sono rappresentazioni mentali semplici ed hanno fra l’altro la
funzione di facilitare i processi sociali. Infatti se viene data una
spiegazione punto e basta, non bisogna stare a discutere oltre, si
può essere più operativi, non c’è bisogno di perdere tempo a far
filosofia. C’è chi può sperare in una guarigione facile, c’è
chi può fare affari ecc. La semplificazione ha un senso e non la
demonizzo. Le spiegazioni univoche sono peraltro anche alla base
della verticalizzazione della società e dei rapporti gerarchici. Se
però i fatti dimostrano che le soluzioni che ne derivano non sono
soddisfacenti bisogna rivederle.
Questa controversia fra
spiegazioni uniciste e complessità si riflette anche nelle dinamiche
sociali. In verità il dibattito non è intenso, non è esplicito,
perché anche le questioni di fondo interessano pochi pensatori
mentre quello che viene, nella nostra epoca storica, discusso
maggiormente sono aspetti marginali, ricadute di concezioni che fanno
comodo a qualcuno ma non necessariamente all’avanzamento della
scienza.
L’ASPETTO ECONOMICO
CONDIZIONA LE SCELTE SANITARIE
Molte centrali di ricerca
e di informazione moderne propendono soprattutto per le spiegazioni
uniciste, un po' per via dell’entusiasmo degli scienziati, quando
sono alla caccia della loro virus… pardon…. spiegazione, ed un
po’ per la collusione con quegli interessi economici che le
spiegazioni uniciste permettono di convogliare. Le nuove centrali del
sapere medico scientifico, l’insieme di medici, ricercatori,
industriali, commercianti, lavoratori e politici che traggono
profitto dalla nuove scoperte , tendono a rispondere a quesiti
antichi in modo nuovo in particolare quando queste nuove soluzioni
diventano una buona fonte di guadagno. Non è quindi insignificante
da un punto di vista di salute sociale collettiva, verificare se è
fondato il sospetto che delle lobbies politico/medico/industriali
abbiano rinforzato a proprio vantaggio il paradigma scientifico
riduzionista del virus come causa delle malattie.
Se la scienza infatti
scopre nuovi strumenti di indagine ad es. il microscopio elettronico,
è ovvio che l’attenzione e le speranze si rivolgano alle nuove
visuali che questo strumento offre. La ricerca in se è comprensibile
e giusta, ma in quale misura va enfatizzata una ricerca rispetto ad
altre?
In uno spirito
democratico e di tutela degli interessi collettivi, l’ago della
bilancia, l’elemento discriminante sarebbe di verificare se la
ricerca ha già dimostrato l’efficacia delle scelte operative in
merito ai virus, (al convegno di oggi si è parlato di vaccini in
generale e di cure contro l’aids) o se il ruolo dei virus
ridimensionato.
Quando infatti le
soluzioni non funzionano ma vengono tenute in piedi da una
informazione distorta che provoca guadagni senza risultati c’è
qualcosa che non va.
IL RUOLO
DELL’INFORMAZIONE ED IL PLAGIO DI MASSA
Una domanda che ne deriva
è anche se ci sia stato un plagio mentale di massa da parte delle
lobbies a proprio favore e senza preciso riscontro scientifico dei
risultati! Non date per scontate le mie risposte a queste domande. La
mia riflessione a questi quesiti è differenziata e rimanda ad una
concezione psicosociale del conflitto
Concludo aprendo delle
questioni che non posso approfondire pienamente in questa sede. Ho
dei forti dubbi che la teoria dei virus abbia dato risultati
soddisfacenti in terapia. Sono dubbi e quindi la richiesta di
verifica con dati indipendenti dalla stessa industria e calcolati in
modo corretto. Non ho invece dubbi che le campagne promozionali in
sanità siano diventate massicce e non trasparenti. Gli allarmi
sociali generati dalle campagne sull’Aids
e poi quelli del virus aviario e la Sars sono tutte riferibili ad una
branca della lobby industriale e di ricerca . Il dubbio è che il
virus HIV e gli altri ci siano stati presentati come la causa di una
serie di malattie alle quali è stato cambiato il nome mentre il
virus potrebbe essere forse un cofattore o addirittura una
conseguenza dell’indebolimento dell’organismo.
A parte i presupposti
epistemologici di cui ho parlato, le proiezioni statistiche ed altri
dati immessi all’opinione pubblica erano e sono assolutamente
arbitrarie. C’è il sospetto di una organizzazione di fatto, un
emergere implicito di interessi di gruppi specifici che però
accetta irresponsabilmente e colposamente delle premesse fasulle e
dei dati falsi) aggregati introno al mito del virus. Si è trattato
di una specie di virus nella mente della gente. Certo c’è da
considerare che c’è anche una disponibilità della gente a farsi
plagiare. Queste campagne fanno leva su una preoccupazione diffusa
della gente che
viene canalizzata dai mass media fino a far ottenere a queste lobbies
delle fette consistenti degli investimenti sanitari.
Personalmente penso che
gli errori storici siano inevitabili. Parlando più in generale e non
solo dei virus, la medicina li ha fatti e li farà, ma ha anche
portato dei risultati fenomenali.
La nostra ricerca è
orientata a correggerli.
Si veda Francesco Tullio: Il brivido della sicurezza
Psicopolitica del terrorismo, dello squilibrio ambientale e nucleare
Franco Angeli, Roma, luglio 2007 Questo testo non tratta della
questione medica ma viene spiegato sull’esempio della lobby
nucleare, il meccanismo psicosociale che sottende la aggregazione
degli interessi dei diversi gruppi coinvolti e che può essere
applicato anche nel nostro caso.
Francesco Tullio - medico psichiatra
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