A San Martino in Campo succede...
A San Martino in Campo demolito immobile con una sua storia inserita nel sistema urbanistico locale. Si è scelto di cancellare un manufatto di rilevante valore storico e culturale
A San Martino in Campo di Perugia è stata decisa la completa demolizione di un immobile con una sua storia inserita nel sistema urbanistico locale. E che ha costituito per tanti anni l’unico edificio dell’abitato assimilabile ad uso pubblico e patrimonio della collettività. Nel tempo è stato prima una casa popolare costruita nel periodo fascista con il lavoro volontario. Poi è diventato un dopolavoro e in ultimo una scuola materna con teatrino parrocchiale dopo l’acquisizione forzata da parte del clero perugino avvenuta non senza polemiche opposizioni. Oggi risultava abbandonato a se stesso ma senza che la costruzione presentasse qualche segnale di dissesto che ne motivasse un intervento radicale quale la demolizione. I vincoli connessi ad una collocazione confinata in spazi limitati non giustificano una ricostruzione che ricalca quasi identicamente la forma planimetrica attuale con una ingente spesa. Alla luce delle poche notizie che sono portate alla conoscenza della cittadinanza non si comprende per quale motivo non sia stato tentato, quindi, un recupero dell’esistente viste le condizioni statiche dette riducendo così sensibilmente il dispendio di denaro. Si poteva pensare di ricostruire un vero oratorio in altri spazi, peraltro presenti nella disponibilità della parrocchia quali ad esempio quelli circostanti la chiesa della Madonnuccia. In tale spazio è, inoltre, esistente un vecchio edificio della stessa proprietà, di consistente volumetria, una volta adibito ad attività avicola, contenente amianto in quantità sensibili e staticamente pericolante che deturpa l’ambiente prossimo alla piccola chiesa, vero patrimonio culturale. Come non si può dimenticare che sempre in quel sito a suo tempo fu scaricata un’antica masseria agricola che avrebbe dovuto essere recuperata come imponeva l’atto urbanistico e invece è rimasta completamente abbandonata causando un’altra dolorosissima perdita di una importante memoria storica. Insomma si sarebbe potuto approfittare della fortunata circostanza di disporre di risorse derivanti dall’8 per mille destinate alla Chiesa Cattolica (da considerare sempre soldi pubblici) per dare alla collettività un vero oratorio dotato di grandi spazi aperti e che riconsiderasse nei suoi obiettivi interventi esterni e interni strutturali della Chiesina in modo da considerare definitivo il restauro conservativo di affreschi di scuola peruginesca molto apprezzati da importanti storici dell’arte. Si è scelto invece di cancellare, con la sua demolizione, un manufatto di scarsa valenza artistica è vero, ma comunque di rilevante valore storico e culturale. Senza coinvolgere veramente la popolazione in pubbliche assemblee aperte al contributo di molti presenti nel territorio, che avrebbero potuto implementare la valenza dell’intervento finalizzato ad un più corretto uso delle risorse. Si fa presente che quanto scritto deriva da una breve informativa acquisita per aprire una riflessione e senza voler dare giudizi.
Lauro Ciurnelli
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