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Pedana in via S. Agata: Comune e Soprintendenza sapevano?
Proprio davanti all'ingresso della chiesa stanno montando una base per tavolini dall'impatto molto violento, che renderà difficoltosa la visione dell'austero portale d'ingresso

Tra le attrazioni di Perugia c'è sicuramente il meraviglioso intrico dei suoi vicoli, tra questi quello di via Sant'Agata (una specie di continuazione di via Ritorta) impreziosito al suo inizio dalla bella chiesa di sant'Agata. Un piccolo gioiello meta dei turisti meno disattenti, incastonato lungo via dei Priori, custodisce una rara Trinità tridimensionale e affreschi restituiti alcuni anni fa alla città dopo un lungo lavoro di restauro guidato da Carla Mancini.

Una chiesa non solo bella e meta di un turismo colto e curioso, ma anche importante nella storia di Perugia e per il suo passato e per essere stata a lungo retta dal prete modernista mons. Luigi Piastrelli fondamentale nell'educazione di tanti giovani perugini e studenti della nostra Università.

Ora, proprio davanti all'ingresso della chiesa stanno montando una base per tavolini dall'impatto molto violento, che renderà difficoltosa la visione dell'austero portale d'ingresso indispensabile come introduzione all'interno e agli affreschi.

Ci chiediamo se chi ha concesso il permesso era consapevole di questo; se la Soprintendenza sia stata informata e abbia lasciato il permesso e se lo ha lasciato qual è la motivazione.

Ci chiediamo anche se Comune e Soprintendenza si rendano conto che scelte di questo tipo danneggiano un turismo informato, accorto, riflessivo e colto che risiede più a lungo nelle città che sceglie. Esattamente quello che manca a Perugia e di cui Perugia ha bisogno.




Cesare Barbanera e Vanni Capoccia

Inserito sabato 23 giugno 2018


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Commenti

Nome: Franco Giannini
Commento: Domandare è lecito rispondere è un dovere, soprattutto se la domanda è rivolta ad enti pubblici come soprintendenza e Comune

Nome: Andrea Dozi
Commento: A parte il fatto che lì non dovrebbe starci a me risulta che il Comune ha stabilito delle regole per questi gazebo: se ne vedono in piazza Matteotti e davanti al Duomo: base di metallo marrone e vetro. Mi risulta anche che queste strutture non dovrebbero impedire il passaggio di ambulanze e mezzi di soccorso.Anche questa sarebbe una domanda da fare

Nome: elvia ricci
Commento: Quando si vedono queste brutture non si può non pensare alla Soprintendenza. Cosa dice, cosa fa, non vede tutto questo? D'altra parte è storia recente il caso degli arconi del mercato, dove nonostante le voci contrarie si procede indisturbati verso il completamento di un progetto a forte impatto ambientale/architettonico...

Nome: denise j closset
Commento: Ora non potranno dire che non sanno. E' tutto fotografato. Interverrà la soprintendenza? E Italia Nostra farà sentire la sua voce o non vorrà disturbare il suo ex presidente?

Nome: riccardo vandoni
Commento: Ma queste le usano i muratori quando lavorano. A parte il fatto che lì non ci dovrebbe stare nulla, possibile che non ci sia una regola comunale per queste cose, che ognuno se le inventi da solo. Aver pensato una cosa del genere vuol dire non amare la città

Nome: Costanza
Commento: Quelli che al tempo di Boccali trovavano anche un pelo sull'uovo adesso niente. Zitti e buoni: i professori e le professoresse universitarie; Italia Nostra; il capo a vita del Collegio della Mercanzia; il consigliere comunale che va in Comune con la tuta

Nome: Giuseppe Gigli
Commento: Inguardabile, poi non si lamentassero se i turisti preferiscono altre città. A Siena una cosa del genere nemmeno gli sarebbe venuta in mente e comunque il Comune non l'avrebbe consentito

Nome: Francesca Berioli
Commento: poi si lamentano che la gente non va più al centro, ci deve andare per guardare questi obbrobri. Lì comunque non dovrebbe starci nulla

Nome: Giap
Commento: Ma che è sto giallo canarino

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