Il parcheggio selvaggio ribalta l'etica civile
Un ribaltamento dell'etica civile che rende sempre più difficile il rapporto tra i cittadini che non sopportano questa volgarizzazione del vivere comune e la loro città
La Nazione Umbria certamente non è un quotidiano che l'attuale giunta comunale può definire ostile. Eppure è da tempo che dedica spazio alla vergogna del parcheggio selvaggio a Perugia. Domenica 27 maggio gli ha dedicato ben tre pagine a riprova che da lunghissimo tempo questo malcostume ha abbondantemente superato il limite di guardia. Malcostume che provoca un grave danno all'immagine della città, perché poi il ricordo di Perugia che i visitatori si porteranno dietro è quello di una città preda di auto parcheggiate senza regole ovunque, e senza che chi di dovere queste regole le faccia rispettare. Tanto è vero che uno degli articoli de La Nazione riporta il calo delle multe fatte, incomprensibile di fronte all'aumento vertiginoso del parcheggio selvaggio. E questo non è nemmeno il problema principale. Ben più grave è il modo di pensare che l'attuale giunta guidata da Romizi e dal suo vice stanno inculcando nei cittadini. Perché sono oramai tanti i perugini che pensano che questo modo di agire sia un diritto, che è giusto occupare ogni luogo di Perugia fregandosene dei diritti di chi deve utilizzare marciapiedi, piazze, giardini; al punto che chi protesta sempre più spesso viene aggredito verbalmente ed etichettato come rompicoglioni. Un ribaltamento dell'etica civile che rende sempre più difficile il rapporto tra i cittadini che non sopportano questa volgarizzazione del vivere comune e la loro città, vista sempre di più come una matrigna che favorisce i furbi, arroganti e prepotenti parcheggiatori selvaggi a discapito di chi questo comportamento non ha e non sopporta più.
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