In sei picchiano due giovani perché cinesi
La violenza contro i due giovani cinesi nasce da un sentimento di intolleranza contro gli altri. I Perugini s'interroghino su quello che la loro città sta diventando. Su quello che loro stanno diventando
Chiunque abbia vissuto a Perugia sa che è una città che ha sempre ospitato giovani italiani di altre città e stranieri. Cosa che fa di lei una città dell'incontro e, come la definì un Papa in visita, del dialogo. È per questo che lascia di sasso venire a sapere che due studenti cinesi (tra l'altro una risorsa per l'Università per stranieri che senza di loro chiuderebbe) sono stati aggrediti e minacciati nella piazzetta della Sinagoga. Quello che è successo dimostra che l'odio contro i “diversi” si sta estendendo contro chiunque e non è limitato ai migranti, che vittime di quest'odio sono anche giovani che non solo non “rubano lavoro” come pensano tanti intolleranti, ma addirittura lo portano, come ben sanno chi lavora alla "Stranieri" e gli affittacamere. La violenza contro i due giovani cinesi non è la semplice azione di qualche balordo, ma l'estrinsecazione di un sentimento di intolleranza contro gli altri. E sarebbe ora che i Perugini s'interroghino su quello che la loro città (nota per essere, grazie a Capitini e alle sue istituzioni culturali, una città legata alla pace, al rispetto e alla conoscenza degli altri) sta diventando. Su quello che loro stanno diventando.
Vanni Capoccia
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